Georges Tellier è il parroco della chiesa di Saint-Michel in una tranquilla cittadina costiera del Sudovest della Francia. Da giovane ha fatto la guerra d’Algeria e visto la morte in faccia, esperienza che l’ha portato alla scelta di una vita sacerdotale interamente dedita al prossimo, anche se non priva di dubbi interiori. Frédéric Nguyen, di origini vietnamite e francese di seconda generazione, è capitano di polizia nella stessa città, mestiere a cui è approdato seguendo istintivamente la sua passione giovanile per le motociclette e per l’azione. Hicham Boulaïd, di origini algerine e francese di prima generazione, è un ragazzo dei quartieri popolari abitati dalla comunità musulmana. Carattere ribelle, canalizza la sua insofferenza verso l’autorità in un odio per la civiltà occidentale che lo renderà facile preda della radicalizzazione islamica. David Berteau, figlio adottivo di una coppia di agiati borghesi, scoprirà a vent’anni le sue origini maghrebine. Sconvolto, cambierà il suo nome in Daoud e si imbarcherà in una riscoperta frenetica della sua cultura originaria che a sua volta lo spingerà, suo malgrado, verso la radicalizzazione. In un mondo occidentale sempre più globalizzato, lo scontro culturale, religioso e generazionale fa da sfondo alle vite dei quattro personaggi, che si intrecciano fino a culminare in un epilogo drammatico che si rivelerà risolutorio per ciascuno di loro.
Etienne de Montety
Etienne de Montety è giornalista e scrittore francese. Dal 2006 è direttore del Figaro littéraire nonché autore di diversi romanzi tra cui La Route du salut (Prix des Deux Magots 2009) e L’Amant noir (Prix Jean Freustié 2013).