Lo scrittore francese Etienne de Montety s'ispira qui alla morte di padre Hamel, sgozzato il 26 luglio del 2016 nella sua chiesa di Saint-Etiennedu-Rouvray, vicino Rouen. Scrittore ma anche giornalista, de Montety ha studiato a fondo l'ideologia e i metodi degli islamisti. Senza approvare o scusare minimamente la deriva di Daoud e Hicham verso la barbarie, sentiamo che in qualche modo l'autore invidia la loro certezza di essere schierati dalla parte giusta. La sua storia è interessante perché non condanna, ma cerca di arrivare all'origine della rivolta suicida di ragazzi sradicati che non conoscono veramente l'islam che affermano di seguire ma odiano a morte questa società, la loro, la nostra, che gli offre solo prospettive materialistiche. Emulando Bernanos, de Montety lascia completamente liberi i suoi personaggi, mantenendosi su un piano di parità con loro e cercando, fino alla fine, di frenarli nel loro declino. Se la fede cattolica consente agli scrittori di scandagliare le profondità del cuore dei loro eroi, La grande tribolazione è un romanzo realmente cristiano. L'opposto, dunque, della letteratura edificante.