Riprendere oggi la Piccola Biblioteca Morale significa per noi reagire all’abulia della cultura di questi anni, dominata dal narcisismo, dal flusso delle mode, dalla decadenza di figure intellettuali forti, di “persuasioni” e non di “retoriche” secondo la classica e dimenticata distinzione michelstaedteriana (per intenderci, erano “persuasi” gli Sciascia, le Morante, le Ortese, i Pasolini, i Calvino, i Silone eccetera eccetera, ed è scomparsa via via la generazione che, in politica e in cultura, ha dato alla storia d’Italia i suoi anni migliori, dalla caduta del fascismo all’assassinio di Aldo Moro). Sono stati sostituiti, costoro, da branchi di professionisti della cultura, di ratificatori delle scelte del potere e non di suoi critici o oppositori; sono stati sostituiti da masse di scriventi da cui ben di rado si distaccano figure di scrittori e studiosi all’altezza delle necessità del nostro tempo, che i più avvertiti giudicano estremamente critico o addirittura pre-finale, proprio nel senso di una possibile fine della natura e fine della società umana. Quando le politiche in fatto di ecologia e di frontiere e di interessi finanziari mettono in dubbio la possibilità stessa di un futuro per il pianeta e per i suoi abitanti, quando gli stati cedono ai privati rinunciando alle responsabilità verso le collettività e finiscono quasi ovunque in mano ad avventurieri senza scrupoli, torna a essere urgente guardare al presente con occhi bene aperti sulle sue storture e sui suoi pericoli, dando voce, per il poco che si può fare, a chi ancora si ostina a pensare e a proporre, in funzione di una risposta, di un agire individuale e per gruppi piccoli e grandi, per comunità e collettività.
La nuova Piccola Biblioteca Morale questo cercherà di fare, scovando il pensiero che più può esserci utile là dove ancora viene prodotto e recuperando dal passato le lezioni che ancora servono a capire e ad agire.
La PBM cercherà dunque di dar spazio al pensiero radicale di ieri e di oggi, in tutti i campi in cui si è espresso e si esprime – dalla sociologia e antropologia alle scienze (e ai pericoli delle tecnologie, alla critica delle illusioni nel progresso che già Leopardi vide come nefaste nella Ginestra, insieme a quelle in un aldilà che compenserà i buoni e i giusti – e anche La ginestra, con opportuni commenti, sarà uno dei “classici” che la collana intende recuperare alla luce dell’oggi); dal pensiero religioso con le sue necessarie “eresie” agli interventi nella storia attraverso il racconto e le idee dei più lucidi tentativi di intervenirvi al fine di cambiarne le regole, ma cambiando, con Rimbaud, la vita e non solo le società; al ruolo fondamentale dell’arte, delle arti, come aperture al possibile e all’oltre... Ieri e oggi, in uno studio, un confronto, un dialogo il cui fine è ricominciare a pensare, cercando e trovando lo stimolo necessario a difenderci dalle idee correnti e manipolate, e perfino, come massima aspirazione, lo stimolo ad agire. A non-accettare quel che il potere quotidianamente ci impone trovando complici – servi volontari – a milioni.
Goffredo FofiLa Piccola Biblioteca Morale, “collana di pensiero radicale”, si occuperà assiduamente del presente del nostro paese, dei suoi poteri, delle sue istituzioni, delle sue contraddizioni e delle sue potenzialità e speranze. Non basta ricordare chi, ieri o qui o altrove, ha affrontato e affronta una critica del presente nella convinzione che azioni nuove e positive possano venire anche da esempi e riflessioni del passato, occorre insistere sul “qui” e “ora”, sulla difficile epoca che il mondo affronta, e che il nostro paese è pur costretto ad affrontare nonostante la povertà presente della sua cultura e, più ancora, della sua classe dirigente. Anche quella che si dice ancora di sinistra, ma che ha accettato tutte le proposte della destra, nella paura di tornare minoranza. Ci sembra importante partire di nuovo dall’analisi delle questioni più delicate, dalla denuncia dei mali e delle carenze di una società, dal suo malgoverno e però anche dalle pratiche di quelle minoranze che cercano ancora di collegare il pensiero e l’azione, l’analisi e l’organizzazione dei possibili modi di reagire, di agire. Ci sembra che sia oggi indispensabile affrontare le questioni più difficili che si presentano a chi vuol tenere ancora testa al potere nelle sue tante forme, anche le più nascoste e insidiose come per esempio quelle della comunicazione, denunciare responsabilità e complicità nel malgoverno, e insomma raccontare in modo attivo e partecipe il presente del paese; e le idee e le attività di chi reagisce al torpore e a una complicità perlopiù passiva cercando i giusti modi della presenza, dell’apertura al poco che si muove di affermativo e di aperto negli ambiti centrali della società, ma anche in quelli più marginali dove tuttavia qualcosa si muove, e ci convince.
Goffredo Fofi