Il protagonista Nur è un giovane rifugiato palestinese che vive nel campo profughi vicino a Ramallah, in Cisgiordania e per il suo aspetto (occhi e capelli chiari) viene spesso scambiato per un ebreo ashkenazita. Si è laureato in archeologia e ha deciso di scrivere un romanzo sulla vita di Maria Maddalena basandosi sui Vangeli gnostici. Ha una corrispondenza clandestina con l’amico d’infanzia Murad, detenuto nelle carceri israeliane, con cui discute spesso di questioni politiche e ideologiche relative all’occupazione israeliana. Un giorno Nur trova nella tasca interna di un cappotto che ha comprato nel mercatino dell’usato di Giaffa una carta d’identità di un cittadino israeliano che ha pressappoco la sua età. Vinto dal desiderio di lasciarsi alle spalle il campo profughi e potersi spostare liberamente per il Paese, visitando i siti archeologici di cui è appassionato, decide di far falsificare il documento apponendo la sua fotografia e di spacciarsi per israeliano, anche in virtù del fatto che padroneggia la lingua ebraica. Riesce a farsi assumere per una missione di scavi nei pressi di Megiddo. La sua falsa identità e la frequentazione dei colleghi allo scavo gli permetteranno di capire meglio la mentalità degli israeliani. Sarà anche l’occasione per creare e approfondire storie di amicizia e di amore. Nel frattempo, porterà avanti un dialogo interno, intenso e spesso doloroso, tra le sue due identità in conflitto: Nur (il palestinese) e Ur (l’israeliano). Un quadro originale della tragedia israelo-palestinese, che ci aiuta a capire lo stato d’animo di una delle due parti in lotta.
Bassem Khandaqji
Bassem Khandaqji è stato arrestato a 21 anni, il 2 novembre del 2004, con l’accusa di aver partecipato alla pianificazione dell’attentato avvenuto nel mercato del Carmelo, nel centro di Tel Aviv, il 1° novembre 2004. Nell’attentato sono state uccise tre persone, a opera di un attentatore suicida sedicenne che si è fatto esplodere. L’azione è stata rivendicata dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, un’organizzazione di stampo marxista-leninista. Khandaqji, allora studente universitario, è stato condannato da un tribunale militare israeliano a tre ergastoli. Da parte araba, invece, si scrive che è stato arrestato per aver partecipato alla seconda Intifada e si sottolinea come le condizioni dell’arresto e il processo siano stati criticati dallo Human Rights Council (organismo dell’ONU). In prigione ha terminato gli studi universitari e ha scritto quattro romanzi, due raccolte di poesie e circa duecento articoli.