Quella di Autoritratto newyorkese non è soltanto una vicenda d’amore e di sopravvivenza, né solo la fotografia di una metropoli smaniosa e della sua altrettanto vivace scena artistica, ma il racconto di una generazione la cui anima sembra disillusa, tradita e irrimediabilmente sola, che nella totale assenza di punti di riferimento vive l’erotismo come una forma estrema di incomunicabilità. Così ogni emozione, anche la più preziosa e recondita, diventa un chewing-gum da masticare con rabbia per poi essere sputato via non appena l’ultimo accenno di gusto sembra svanire.
New York, 2008. Il ventitreenne protagonista del romanzo è uno dei tanti che ha lasciato il proprio Paese, l’Italia, per andare all’estero a fare esperienza e a studiare, nel suo caso, fotografia. Per sbarcare il lunario, fa il go-go boy nei locali notturni di Alphabet City e il modello di nudo per artisti di second’ordine, trascorrendo in realtà gran parte del suo tempo libero su Craigslist, noto sito di annunci americano, alla ricerca di stanze in affitto e di sesso usa-e-getta. È lì che incontra Louis, detto Lou, uno sregolato che passa le sue giornate in una casetta costruita su un albero, fuori città, leggendo libri fantasy. Imprigionata in un’oscura e autodistruttiva ossessione reciproca, la loro diventa una storia fatta di furti in giro per i supermercati di Manhattan e di notti insonni, di pericolosi giochi d’azzardo e marchette, di pugni in faccia e diner che, in assenza di posti dove sfogare le ultime frenesie notturne, si trasformano in giungle del disincanto.
E mentre sullo sfondo si susseguono alloggi di fortuna e lussuose camere d’albergo, sesso senza storie e storie senza senso, l’esito, irrimediabilmente devastante, sembra suggerirci l’idea che bisogna precipitare nell’abisso più profondo per venire a patti con la propria integrità.
Maurizio Fiorino
Maurizio Fiorino è nato a Crotone nel 1984. Dopo un’infanzia turbolenta in Calabria si è trasferito prima a Bologna per frequentare il DAMS, poi a New York dove ha studiato storytelling all’International Center of Photography. Ha esposto in diverse gallerie e frequentato gli ambienti artistici newyorkesi per quasi un decennio. Nel 2014 ha esordito con il romanzo Amodio, seguito da Fondo Gesù due anni dopo. Con le Edizioni E/O ha poi pubblicato Ora che sono Nato e Macello. I suoi articoli sono apparsi su The Guardian, La Lettura, L’Espresso, Il Venerdì e Il Foglio. Attualmente collabora con le pagine culturali de La Repubblica, Robinson e D.