Poiché la storia è quella di un ragazzo che va a New York a studiare fotografia, e racconta molto di questo mondo, il libro mantiene ciò che il titolo promette: è un autoritratto. È un sé che deve strutturarsi e conoscersi, e che per farlo, ovviamente, deve passare per ogni abisso e ogni paradiso che la grande mela possa offrire, ma proprio tutti, promiscuità, crimine. L'epigrafe da Jonathan Ames è struggente.