Il frutteto, un altro magnifico romanzo dell’autore de Il Minotauro, ancora una volta ha come scenario il Mediterraneo, spazio di sensuali atmosfere e incrocio imprevedibile di destini. In particolare la Palestina dove lo scontro e le passioni sembrano assumere sempre tinte più violente che altrove. La storia raccontata è quella di due fratellastri (stesso padre ebreo, ma madri diverse: una ebrea, l’altra musulmana), separati da un odio micidiale, in lotta per la stessa donna e per la stessa terra. Il frutteto conteso passa di mano, viene distrutto da siccità e cavallette, rinasce, è curato amorevolmente, sacrifica esistenze, vede passare generazioni, ma resta, resiste come la terra di Palestina che simboleggia, sulla quale e per la quale popoli fratelli devono scegliere continuamente tra pace e guerra.
«Il frutteto è una parabola splendida e terribile, realistica e incantata, secca, veloce e insieme affollata, su decenni di convivenza e di massacro ai bordi del Mediterraneo».
(Domenico Starnone – Il Manifesto)
«Tammuz scrive le ultime grandi avventure del luogo con lealtà e rispetto dei caduti. Non fa squillare trombe per i vincitori, non fa torto ai vinti. Narra la verità, che in bocca ai nonni e ai cantastorie è sempre fantastica».
(Erri De Luca – Corriere della Sera)
Benjamin Tammuz
Benjamin Tammuz è nato in Russia nel 1919, e all’età di cinque anni ha raggiunto la Terra d’Israele. Dopo studi in legge ed economia all’università di Tel Aviv, ha studiato storia dell’arte alla Sorbona. Per molti anni è stato caporedattore della pagina letteraria dell’autorevole quotidiano israeliano Haaretz, portando avanti parallelamente la sua attività di scrittore, e riscuotendo un notevole successo a livello internazionale. Tra i suoi romanzi ricordiamo – oltre al Minotauro – Il frutteto, Requiem per Naaman, Il re dormiva quattro volte al giorno, Londra, tutti pubblicati dalle Edizioni E/O. È morto nel 1989.