Una semplice casalinga, tormentata dalla visione di una nuvola a forma di fungo, si allontana improvvisamente dal figlio e dal marito per recarsi da sola a Nagasaki, dove inizia subito una relazione con un uomo per metà russo e per metà giapponese. Ispirato alla sceneggiatura di Hiroshima, mon amour di Marguerite Duras, questo romanzo è un’ulteriore dimostrazione dell’inconfondibile stile letterario di Kashimada, della sua tecnica e della sua capacità di scandagliare nel profondo la psiche dei personaggi. Alle prese con le vicissitudini e i traumi della storia, gli stereotipi di genere e la tensione tra identità pubblica e privata, Amore a seimila gradi è un romanzo particolare e intrigante, uscito dalla penna di una delle più straordinarie autrici contemporanee giapponesi.
Kashimada Maki
La prima opera di Kashimada Maki, Nihiki, si aggiudica il premio Bungei nel 1998. Da allora la scrittrice si è affermata come autrice di narrativa ed è diventata nota per il suo stile estremamente moderno. Nel 2005 ha ricevuto il premio Mishima Yukio per Amore a seimila gradi e nel 2007 il suo romanzo Pikarudī no sando ha vinto il premio Noma per scrittori emergenti. Kashimada Maki è stata candidata tre volte al premio Akutagawa prima di vincerlo nel 2012 con Viaggio nella terra dei morti, pubblicato dalle nostre edizioni. Uno dei suoi lavori più conosciuti è Zero no ōkoku (2009), che rielabora L’idiota di Dostoevskij nel racconto di un “folle in Cristo” in Giappone. L’autrice appartiene alla Chiesa ortodossa giapponese.