«Le storie di Kashimada Maki raccontano la vita in tutta la sua singolarità». The Times Literary Supplement
«Eccezionale». The Spectator
«Un romanzo etereo». Vogue (UK)
«Intrigante». Kirkus Reviews
«Incantevole». The Guardian
Taichi è stato costretto a smettere di lavorare dieci anni fa e da allora lui e sua moglie Natsuko sopravvivono grazie allo stipendio part-time di quest’ultima. Natsuko, tuttavia, è una donna abituata alla sofferenza. Il fratello e la madre hanno dilapidato il patrimonio di famiglia approfittandosi di lei per anni, incapaci di accettare la loro nuova condizione sociale. Un giorno Natsuko legge l’annuncio di una spa e riconosce quello che un tempo era stato l’hotel di lusso dove il nonno aveva portato sua mamma da piccola. Nonostante i costi, decide di andarci con il marito infermo, ma il soggiorno innesca una serie di ricordi legati alla difficile storia della sua famiglia, pensieri dolorosi che rievocano alcuni fantasmi del passato ma che si rivelano infine liberatori e le permettono di riconciliarsi con Taichi.
Ispirato al classico di Jun’ichirō Tanizaki Neve sottile, Novantanove baci è il secondo racconto del libro che ritrae con uno stile toccante e poetico la vita di quattro sorelle che abitano nello shitamachi di Tōkyō. La storia, narrata da Nanako, la minore delle sorelle, è intrisa di una delicata carica erotica e presenta una vivida descrizione delle persone che abitano nel loro quartiere: pure, nobili d’animo e orgogliose.
Kashimada Maki
La prima opera di Kashimada Maki, Nihiki, si aggiudica il premio Bungei nel 1998. Da allora la scrittrice si è affermata come autrice di narrativa ed è diventata nota per il suo stile estremamente moderno. Nel 2005 ha ricevuto il premio Mishima Yukio per Amore a seimila gradi e nel 2007 il suo romanzo Pikarudī no sando ha vinto il premio Noma per scrittori emergenti. Kashimada Maki è stata candidata tre volte al premio Akutagawa prima di vincerlo nel 2012 con Viaggio nella terra dei morti, pubblicato dalle nostre edizioni. Uno dei suoi lavori più conosciuti è Zero no ōkoku (2009), che rielabora L’idiota di Dostoevskij nel racconto di un “folle in Cristo” in Giappone. L’autrice appartiene alla Chiesa ortodossa giapponese.