«Ad aver sfiorato le corde della mia anima stavolta sono stati Taichi e Natsuko, i due protagonisti di questa breve ma intensa storia, che ruota proprio attorno al loro matrimonio e al loro legame. Da quando Taichi è stato lasciato a casa da lavoro, a causa della sua disabilità, la vita di Natsuko è diventata improvvisamente dura e faticosa. Costretta infatti a lavorare per sostenere il marito e allo stesso tempo tener il più lontano possibili i problemi economici, come è stato in passato con la sua famiglia, Natsuko dedica ben poco tempo a se stessa, alle sue passioni e alla sua felicità. Quando però giunge davanti ai suoi occhi l'annuncio di una spa, che le appare stranamente familiare, decide di prendersi un piccolo riscatto, da quella vita dura e opprimente scatenata soprattutto dalla disabilità del marito. Ben presto inoltre scoprirà che quella spa in realtà è l'hotel di lusso in cui era stata sua madre da bambina, insieme al nonno e sarà proprio quel luogo nostalgico a cambiare la sua vita e il suo modo di vedere.
La prosa di Maki Kashimada è una prosa delicata e sincera, con la quale l'autrice riesce a creare armonia tanto nella costruzione della storia, quanto nell'elaborazione dei personaggi. La scrittura di questa autrice si porta dietro una spontaneità senza pari, che riesce però a risultare poetica a livelli davvero alti. In un libro breve come questo inoltre la Kashimada riesce a riassumere e descrivere i sentimenti in modo ricco e soddisfacente, al punto tale da portare il lettore a viverli in prima persona, appieno. Sin dalle prime pagine infatti ci si ritrova all'istante nei panni di Natsuko, carichi della sua infelicità e della sua frustrazione, generata in gran parte dall'egoismo del marito che è quel tipo di egoismo che nasce proprio a causa delle difficoltà e della sensazione di sentirsi incompleti e inadatti. Ma a sentirsi tale lo è anche Natsuko, che soffre in silenzio, sin da quando è bambina, anche a causa dell'egoismo della madre, che invece non è ugualmente "giustificabile"».