Léon Bloy nasce a Perigueux, in Francia, nel 1846. Cresciuto in una famiglia borghese, dopo un’adolescenza solitaria e travagliata, si trasferisce a Parigi all’età di 18 anni. Qui subirà una trasformazione radicale: spregiudicato anticlericale con toni decadenti da poeta maledetto, si converte in fervente cattolico, vicino all’ascetismo. Politicamente controrivoluzionario e conservatore, non aderì mai a nessun tipo di partito politico, per il suo convinto disprezzo nei confronti della politica attiva. Muore nel 1917. Le sue opere riflettono una profonda devozione alla Chiesa cattolica, mosse da un ardente desiderio dell’Assoluto. Tuttavia i suoi scritti sono caratterizzati da toni violenti, tanto da valergli la nomea di integralista religioso. È stato d’ispirazione ad autori come Ernst Jünger, Jorge Luis Borges ed Henri Bergson. È stato anche citato nella prima omelia di Papa Francesco e in altre occasioni dal pontefice.