Da "tutte le strade portano a Roma" a "scegliere il male minore", con l'intento ambizioso di "strappare la lingua agli imbecilli" cercando di ottenere "il mutismo del borghese, limitato nel suo linguaggio a un numero piccolissimo di formule". Ancora, portare alla luce quanto di grave può nascondersi nei luoghi comuni, indurre a una sorta di risveglio: forse è questo il maggiore pregio dell'opera di Léon Bloy "Anatomia del borghese" (Edizioni e/o). L'autore prende di mira frasi fatte, affermazioni comunemente accettate come vere considerandole una sorta di lingua borghese, che viene passata al vaglio da un giudice impietoso. (...)
Il suo è un richiamo alla responsabilità verso la parola, un monito sulle insidie del pratico buon senso, che si scaglia contro chi proferisce a sua insaputa affermazioni 'spaventevolissime' la cui portata gli sfugge: viene da chiedersi cosa ne penserebbe delle contemporanee opinioni espresse in rete...