In un unico, indimenticabile, romanzo, la Storia e le Storie, l’Autobiografia e le Biografie, la Memoria e il Presente si fondono magistralmente per dar luogo a una narrazione che avvolge il lettore da ogni parte, conquistandolo con il fascino discreto dell’intelligenza, dell’ironia e della satira sociale.
«Si può essere profondamente coinvolti in qualcosa e allo stesso tempo del tutto irriverenti? Sembrerebbe proprio di sì a leggere questo Asini, oche e rabbini. (…) Alla fine della lettura, come succede al giovane Holden, questa Roberta a noi viene proprio una voglia matta di conoscerla».
Lia Levi
C’è in questo libro molto della famiglia ebraica da cui l’autrice proviene, e c’è molto della Ferrara in cui è cresciuta e dei terribili rintocchi di morte che il Novecento ha voluto far sentire (tanto per non sembrare diverso dai secoli precedenti) al popolo del Libro. Storia di famiglia, allora? No, non soltanto, almeno. Perché il passato della famiglia Anau trova il suo sfondo fatale nella Storia, sicché la dimensione della memoria si ramifica nella complessità del Secolo Breve, per di più giocando narrativamente a rimpiattino, capitolo dopo capitolo, con il presente.
Roberta Anau
Roberta Anau nasce a Ferrara e cresce all'interno della sua piccola e antica comunità ebraica. Si laurea in lettere a Torino e dopo molti anni di insegnamento cambia completamente vita dedicandosi al recupero ambientale, agricolo e museale di un'antica miniera di ferro vicino a Ivrea.
Qui, nel 1995, all'interno dei vecchi edifici minerari di fine Ottocento, apre l'azienda agrituristica La Miniera, in cui propone una cucina di matrice e tradizione ebraica italiana, crogiolo di suggestioni europee ashkenazite e mediterranee sefardita, in sintonia con la provenienza della sua famiglia. Ha pubblicato con Elena Loewenthal Cucina ebraica (Fabbri 2000), La cucina della bibbia (Il leone verde 2002) con Daniela Messi, e Gian Burrasca: ragazzi di marzapane e cervello di crema (Il leone verde 2010).