Com’è possibile che Aurel Timescu, con il suo accento rumeno e la sua aria da anni Trenta, sia console di Francia? Eppure è così, anche se nella diplomazia transalpina ricopre ruoli subalterni e gli vengono assegnati incarichi di second’ordine. Questa volta è in piena Africa, più precisamente in Guinea, lui che odia il caldo. Prova a resistere, suda, di notte beve tokaj e suona il piano.
Fino al giorno in cui avviene finalmente l’unica cosa che può ancora appassionarlo: un delitto senza spiegazione apparente. Viene ritrovato un ricco turista bianco appeso all’albero maestro del suo yacht. Morto. La polizia locale e le autorità diplomatiche francesi brancolano nel buio. Ma Aurel, lo strano console, avvia la sua indagine personale. Vestito con il suo cappottone invernale nonostante i quaranta gradi all’ombra, ispirato dalle sue notti di alcol e di musica, si lancia senza paura in un’avventura che lo porterà dai bassifondi africani ai vertici della finanza internazionale.
Jean-Christophe Rufin
Medico, viaggiatore e diplomatico, Jean-Christophe Rufin è nato nel 1952. È membro dell’Académie Française dal 2008. Nel 2001 vince il Premio Goncourt con Rosso Brasile. Con le Edizioni E/O ha pubblicato L’uomo dei sogni, Il collare rosso, Check-point, Globalia, L’appeso di Conakry e Fiamme di pietra.