Antonin Artaud nasce a Marsiglia nel 1896. Personalità poliedrica e tormentata, è considerato uno dei massimi drammaturghi francesi del Novecento. Il suo “teatro della crudeltà” non si basa tanto sui concetti di violenza o dolore quanto, piuttosto, su quello di dissidio, da instillare nello spettatore attraverso una fusione innovativa di linguaggio, gesto e luce. Internato in manicomio nel 1936, passerà gli ultimi anni della sua vita in condizioni precarie fino alla morte nel 1948. È autore di numerosi saggi tra i quali ricordiamo L’arte e la morte (1929), Il teatro e il suo doppio (1938), alcuni romanzi come Eliogabalo o l’anarchico incoronato (1934), e opere che sfuggono a qualunque tipo di classificazione come Succubi e supplizi (uscito postumo nel 1978).