La protagonista è sempre Ester Nilsson che, cinque anni dopo l’infelice conclusione della storia con l’artista marpione Hugo Rask, raccontata in Sottomissione volontaria, si butta in una nuova avventura. Stavolta con l’attore Olof Sten, personaggio meno carismatico di Rask, ma anche più disponibile e apparentemente più “onesto”. Olof infatti non fa mistero di essere sposato (anzi, parla sempre della consorte in termini molto elogiativi) ma cede comunque all’attrazione esercitata da Ester, che diventa a tutti gli effetti la sua amante. Il guaio è che Ester anche stavolta non accetta questo ruolo e cerca di convincere Olof (e in primo luogo se stessa) che sono fatti l’uno per l’altra e che quindi lui dovrebbe lasciare la moglie per lei. Cosa che puntualmente non succede, nonostante i tentativi sempre più serrati di Ester, come sempre maestra di logica e di dialettica. La storia si protrae stavolta per ben tre anni e mezzo, fra alti e bassi, addii e ricongiungimenti, fino al colpo di scena finale.
Lena Andersson riesce anche stavolta a colpire nel segno illustrando un rapporto di coppia fondato sulle illusioni di una delle parti, e sulla debolezza e sostanziale vigliaccheria dell’altra. O, se vogliamo, l’insanabile diversità della visione dell’amore nella donna e nell’uomo. Il tutto raccontato con intelligenza e l’abituale sicurezza narrativa.
Lena Andersson
Lena Andersson è nata a Stoccolma nel 1970. Scrittrice, conduttrice di programmi radiofonici e giornalista, collabora con le principali testate svedesi (critico letterario per Svenska Dagbladet e columnist per Dagens Nyheter) e con la rivista Fokus. Nel 2013 le è stato assegnato il prestigioso Premio August nella categoria narrativa per il suo romanzo Egenmäktigt förfarande. Il libro più recente di Lena Andersson si intitola Allvarligt talat (Detto seriamente, 2015) e si basa su un programma radiofonico con lo stesso nome che conduceva insieme ad altri scrittori, rispondendo alle domande esistenziali degli ascoltatori. Sottomissione volontaria (romanzo del 2013) è prima fra le sue opere a essere tradotta nel nostro paese.