Lo scherzo di Solimano, primo romanzo della giovane autrice francese Mélanie Sadler, è un racconto divertente come un’avventura di Tintin e sognante come un lavoro di Borges (Jorge Luis), e pervaso di un’ironia colta e leggera.
Javier Leonardo Borges insegna storia all’università di Buenos Aires da troppi anni. La sua vita cambia completamente quando, studiando un manoscritto turco del Cinquecento, tra i fregi floreali che lo decorano scopre una divinità azteca. Cosa ci fa una dea precolombiana in un documento ottomano risalente addirittura a qualche anno prima che gli spagnoli incontrassero gli aztechi? Così si rivolge per un consulto a un suo collega turco, Hakan, che approfitta della pausa estiva per indagare un po’ su ciò che a prima vista sembra un abbaglio bello e buono preso dal professore argentino. È invece l’inizio di una girandola di colpi di scena che rimbalzano dalle piramidi di Tenochtitlan in Messico alle botole segrete della moschea di Suleymaniye a Istanbul alle grigie aule dell’università di Buenos Aires, da Montezuma a Solimano il Magnifico a Carlo V, in un pastiche storico che oltre a mettere sottosopra la vita dei due austeri accademici cambierà il nostro sguardo sulla storia del mondo.
Mélanie Sadler
Mélanie Sadler ha 28 anni. Esperta di storia dell’Argentina, insegna all’università Bordeaux Montaigne. Lo scherzo di Solimano è il suo primo romanzo.