La vita di Javier Leonardo Borges, docente universitario in quel di Buenos Aires, scorre ogni giorno troppo uguale a se stessa. Da anni l'insegnamento è diventato routine e Javier avverte i segnali della sindrome del «trombone». Un giorno però le cose prendono una piega inattesa. Studiando, con una certa svogliatezza, un manoscritto turco del XVI secolo, il professore nota qualcosa che ha dell'incredibile: la figura in mezzo ai fregi e ai decori di una pagina rappresenta senza ombra di dubbio una divinità azteca. Dall'altra parte del mondo, a Istanbul, l'accademico Hakan, amico di Borges, si prepara agli ozi estivi. La telefonata del collega lo convince a cambiare il programma e, per quanto convinto che l'idea sia balzana, inizia a indagare. La Sadler, ventotto anni, esperta di storia dell'Argentina, spalanca le porte del tempo sull'harem del sultano Soleyman, dove sgomita la bella Roxelana; sulla corte dell'imperatore Montezuma e su quella di Carlo V. Tutti i sovrani regnarono nel '500, ma qual è il nesso? Se la soluzione arriva, rimane l'interrogativo finale "Chissà cosa si può dare per buono di tutta questa storia. Quando i grandi di questo mondo vanno in barca, tutto va alla deriva».