Trent’anni fa, nell’aprile-luglio 1994, si compiva in Ruanda il genocidio contro i Tutsi, costato un milione di morti. Fu il più grave crimine contro l’umanità della seconda metà del Novecento. I giovani scampati a quella catastrofe, rimasti senza nessuno, profondamente feriti nell’anima, inventarono una forma di sopravvivenza unica al mondo. Formarono delle “famiglie d’elezione”, unendosi e nominando tra di loro un padre e una madre che assumessero nella loro vita quei ruoli perduti per sempre. Una di queste famiglie si è formata tra persone che il destino ha portato a vivere e incontrarsi in Italia. Riunisce donne e uomini che al momento del genocidio non si conoscevano, avevano età diverse, dai quattro ai 33 anni, e vivevano in luoghi e contesti differenti all’interno del loro paese. Trent’anni dopo, nove di loro hanno deciso di testimoniare in prima persona la propria storia, componendo un racconto corale di dolore, tragedia, ritorno alla vita, amore e speranza. Un documento unico che ci aiuta a conoscere e a ricordare.
Pietro Veronese
Pietro Veronese (Roma 1952), giornalista, ha lavorato per trent’anni a Repubblica, dove è stato inviato speciale e caporedattore Esteri, occupandosi in particolare, ma non solo, di Africa a sud del Sahara. Oggi viaggia di meno e scrive di più.