Le protagoniste di questo romanzo sono due donne, due iraniane. La prima, nata dopo la rivoluzione del 1979, e che ha conosciuto solo il regime islamico, è una giovane attrice di grande successo. La seconda, scrittrice rinomata, è cresciuta nell’Iran dello Scià. La ragazza racconta alcuni episodi della propria infanzia, le vessazioni subite dai familiari in quanto laici e artisti, la folgorante carriera nel cinema, il peso della censura e i lunghi interrogatori da parte dei Guardiani della Rivoluzione. Il suo racconto testimonia di un Iran sconosciuto alla scrittrice, che ricorda invece la forzata modernizzazione della società al tempo della monarchia filo-occidentale dello Scià.
Dal confronto di queste due visioni nasce un romanzo affascinante, in un gioco di specchi che concorre a definire il ritratto di due donne decise ad affermare la propria identità, il proprio talento, e a vivere la complessa evoluzione di un paese pieno di contraddizioni e di grande ricchezza culturale.
Nahal Tajadod
Nata a Teheran nel 1960 in una famiglia di intellettuali, Nahal Tajadod si è trasferita in Francia dal 1977, prima dello scoppio della rivoluzione islamica e dell’avvento del regime dei mullah. Sinologa ed esperta di religioni orientali, ha scritto diversi saggi su buddismo e manicheismo e ha pubblicato alcuni libri ispirati alla vita del poeta mistico Rumi, curando anche l'edizione francese dei suoi canti d'amore spirituale insieme al marito Jean-Claude Carrière, noto scrittore e sceneggiatore.