Arrivata in America a quarant’anni per dare un nuovo futuro alla sua famiglia, Carla a un certo punto s’inceppa: non riesce a parlare, a guidare, a vivere come “loro”, gli autoctoni, quelli che ogni volta abitano un luogo da prima degli altri.
Dopo una serata in cui si ritrova a ingoiare il boccone di un’altra donna, Carla capisce che quello è solo l’ultimo dei suoi gesti insensati: decide così di parlarne alla sua psicoanalista online in Italia – l’unica con cui può esprimersi nella sua lingua – per cercare di capire perché ha preso una decisione così rischiosa cambiando vita alla sua età, ma soprattutto perché non riesce più a tornare a casa. Cosa è successo di così grave nel suo Paese da farle decidere di andare via? Carla ripercorre le proprie ossessioni, le paure, il senso di colpa per buttarsi in sempre nuove avventure senza essere abbastanza equipaggiata.
QUCHI è un romanzo polifonico in cui tutte le voci presenti – la madre, il padre, il marito, gli ex fidanzati, le amiche e gli amici, il mondo dell’editoria, dell’università e del femminismo – sono altrettante interferenze che l’inetta Carla non può fare a meno di trattenere e che coincidono con altrettanti aspetti della sua vita: le promesse dell’infanzia, i fallimenti e i lutti dell’età adulta, la nuova ricerca di sé e la perpetua domanda su quanto siamo disposti a ingoiare per essere amati dagli altri e per piacere finalmente a noi stessi.
Caterina Venturini
Caterina Venturini, scrittrice e sceneggiatrice, è nata ad Amelia, in Umbria, e ha vissuto per molti anni a Roma. Da qualche tempo si è trasferita a Los Angeles. In Italia ha insegnato nella scuola secondaria e collaborato con la cattedra di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato due romanzi, L'anno breve (Rizzoli 2016) e Le tue stelle sono nane (Fazi 2009), saggi di critica letteraria su rivista (“Quaderni del ’900”, “Nuovi Argomenti”, “Avanguardia” e altre), articoli e racconti. È stata sceneggiatrice del film Anni felici di Daniele Luchetti (2013, sceneggiatura candidata al Nastro d’argento).