A cento anni dalla marcia su Roma i discorsi parlamentari e altri interventi del socialista Matteotti, assassinato per ordine di Mussolini il 10 giugno 1924: il crimine che sancì l’affermazione del regime fascista. Matteotti contrastò lo squadrismo e denunciò fino all’ultimo i brogli elettorali delle “camicie nere”. Insieme a Piero Gobetti fu tra i primi a comprendere il pericolo dell’ideologia mussoliniana. Il suo sacrificio è stato l’atto criminale che ha diviso in due la storia del nostro ’900. “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”.
A cura di Pietro Polito.
Giacomo Matteotti
Giacomo Matteotti (1885-1924) è stato un politico, giornalista e antifascista italiano. Segretario del Partito Socialista Unitario, fu rapito e assassinato il 10 giugno 1924 per volontà di Mussolini, dopo un discorso alla Camera in cui aveva denunciato la corruzione, i brogli e le violenze del governo fascista.