Con l’ideazione di un quadro d’interno borghese che propone una coppia colta in un momento o meglio in un passaggio “particolare”della propria storia coniugale, il talento ironico e delicato, il tratto tenero e vagamente fiabesco dell’autore di “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, ci sorprende con uno spirito che questa volta vira decisamente sul satirico in una analisi disincantata , di una intelligenza pungente e a tratti spietata della vicenda della coppia senza lesinare momenti di ironia e divertimento e colpi di scena capaci di provocare veri soprassalti nel lettore. L’ingranaggio di questa piccola e sapiente “macchina” scenica è semplice quanto efficace: il marito, uno scrittore di romanzi gialli, un intellettuale che fa della propria confusione una regola e delle sue contraddizioni una scelta di vita e di pensiero, emerge da un incidente domestico che gli ha provocato un coma temporaneo e una conseguente totale amnesia. Gilles non sa più chi è e si ostina a dare del lei alla dolce e devota signora che lo assedia con le sue attenzioni e le sue affettuose cure e che sulle prime prende per una nuova, avvenente, “infermiera in borghese”…!
Tornati a casa Lisa continua ad accudire Gilles e a rassicurarlo: la memoria tornerà. Ma Gilles appare sospettoso e angosciato, arriva a postulare ipotesi paranoiche; la sconosciuta signora tanto graziosa e solerte potrebbe addirittura far parte di una “rete di vedove” che gestisce un traffico di uomini colpiti da amnesia….”Chi mi garantisce che lei non sia andata in ospedale come si va nei posti degli animali abbandonati?” Arriva a chiedere a sua moglie. Lisa appare nonostante tutto non perdere mai la calma e curiosamente non scomporsi più di tanto e mentre il duetto procede in un crescendo di battute a doppio senso, strane e misteriose allusioni, sgambetti e risposte mancate, un clima ben diverso e inquietante si instaura gradualmente tra i due protagonisti.
Dal quadro iniziale quieto e pacato, circonfuso di calore e attenzioni nel quale è naturale per il lettore assumere la verità di ciò che viene dichiarato il quadro impercettibilmente muta, si fa incerto e inquietante, e infine si capovolge bruscamente per rivelare una realtà più cruda e amara attraverso le pieghe segrete e occulte che fanno il mistero e la dannazione, ma anche per contrappeso la passione e la sfida di una esistenza a due in un viluppo denso e drammatico, comico e grottesco, lieto e tragico della avventura di una vita in comune. Come se per ritrovarsi i due protagonisti dovessero attraversare un piccolo inferno per poter riconquistare un nuovo inizio che consenta loro di ricominciare da capo con più fresche e fiduciose energie. “Piccoli crimini coniugali” è un libro appassionante e brillante, attraversato da lampi di scanzonato pessimismo e disarmata clemenza, profondamente coinvolgente per il sentimento di acuta umana comprensione che lo ispira e insieme di un sentimento di schietto e divertito, e divertente, scetticismo.
La comprensione e il disvelamento dei meccanismi più profondi e misteriosi che governano la vita della coppia in Schmitt è magistrale ed egli propone con questa singolare narrazione una lettura del fenomeno coniugale assai originale, attuale e profondamente interlocutoria. Delineando un ritratto di questa scelta generosa e appassionante seminata di piccoli e grandi dubbi e miserie, di paure e gelosie, guizzi di tenerezza e passione come di premure e devozione un ingegnoso, appassionante e divertente rebus che non può non coinvolgere e interrogare il lettore per la forza e la brillantezza della sua invenzione. “L’amnesia è strana” – medita il protagonista – “ E’ come una risposta a una domanda che si ignora” E in questa dichiarazione è forse racchiuso la forza segreta e il nodo centrale del testo di Schmitt e una delle riposte più convincenti intorno alla natura e al senso della vita in comune.
Eric-Emmanuel Schmitt
Drammaturgo, romanziere, autore di racconti, saggista, regista, tradotto in 48 lingue, Eric-Emmanuel Schmitt, membro dell’Académie Goncourt dal 2016, è uno degli autori più letti e rappresentati al mondo. Le Edizioni E/O hanno pubblicato Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Odette Toulemonde e Piccoli crimini coniugali, da cui sono stati tratti dei film, Oscar e la dama rosa, Il figlio di Noè, Milarepa, La parte dell’altro, La mia storia con Mozart, Quando ero un’opera d’arte, La rivale. Un racconto su Maria Callas, La sognatrice di Ostenda, Il visitatore, Il lottatore di sumo che non diventava grosso, Ulisse da Baghdad, La scuola degli egoisti, Concerto in memoria di un angelo, per il quale ha ricevuto il prestigioso premio Goncourt per il racconto, Quando penso che Beethoven è morto mentre tanti cretini ancora vivono..., La donna allo specchio, I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto, L’amore invisibile, La giostra del piacere, Elisir d’amore, Veleno d’amore, La notte di fuoco, La vendetta del perdono, Félix e la fonte invisibile, Madame Pylinska e il segreto di Chopin, Diario di un amore perduto, Paradisi perduti, L’uomo che guardava attraverso i volti e, in coedizione con LEV, La sfida di Gerusalemme e Il Vangelo secondo Pilato.