L’aristocratico è la storia di un giovane Boëtius von Orlamünde ultimo discendente di una nobile casata della sue educazione in un severo collegio delle due prove a cui è sottoposto sopra tutte quella di portare sulle sue spalle fragili il peso di una tradizione prestigiosa. Nella selvaggia lotta contro un cavallo indomito nel bruciante tradimento dell’amico Titurel nell’incancellabile vergogna per la paura provata durante l’incendio del collegio nella morte del padre nella sua caduta dall’aristocrazia fino nei ranghi del proletariato Boëtius percorre una strada sull’abisso che è «un ponte – scrive Marino Freschi – verso quell’antica Europa dei padri» che il nostro secolo ha crudelmente rimosso.
Ernst Weiss
Ernst Weiss: scrittore ebreo di lingua tedesca, medico, a Vienna studiò con Freud, amico di Kafka a Praga, si spostò a Berlino, poi a Parigi, dove si uccise il 15 giugno 1940 mentre i nazisti occupavano la Francia. Non sapeva che gli era stato appena concesso un visto per gli Stati Uniti — la salvezza — da Eleonor Roosvelt grazie all’intervento di personale di Thomas Mann. Venne così dimenticato, lui di cui Mann parlò come del «più energico talento della nostra più recente letteratura», di cui Hermann Hesse scrisse che «conosce in tutta la profondità la malattia del nostro tempo», che Kafka infine riteneva «uno scrittore straordinario».