«Un libro che implorava di essere scritto. E che ci chiede a gran voce un futuro in cui libri così non saranno più necessari». Marlon James
«Il libro che sta cambiando il modo in cui parliamo di razzismo». Vogue
VINCITORE DEL BRITISH BOOK AWARD 2018
VINCITORE DEL JHALAK PRIZE 2018
VINCITORE DEL BREAD & ROSES AWARD FOR RADICAL PUBLISHING
FINALISTA ALL’ORWELL PRIZE FOR POLITICAL WRITING
FINALISTA AL BAILLIE GIFFORD PRIZE FOR NON-FICTION 2017
SELEZIONATO DA EMMA WATSON PER IL SUO BOOK CLUB
Nel febbraio del 2014 una giovane blogger britannica pubblicava un post intitolato Perché non parlo più di razzismo con le persone bianche. In quella manciata di righe dichiarava al mondo di non essere più emotivamente in grado di gestire il muro di incredulità e negazione che si trovava davanti ogni volta che affrontava l’argomento – e di non voler più tentare di superare un divario comunicativo che sembrava incolmabile. Il post, divenuto virale nel giro di poche ore, ebbe un risvolto inatteso: una valanga di messaggi da parte di lettori bianchi che la imploravano di non smettere, per non privare il mondo di uno sguardo così lucido, vitale e prezioso.
Questo libro è il risultato di anni di ricerche, confronti e interviste – e di quella conversazione mai interrotta. Partendo dall’eredità dello schiavismo e del colonialismo, Reni Eddo-Lodge mostra con semplicità come il razzismo non sia un pregiudizio individuale o una prerogativa di frange di estremisti, ma un sistema politico radicato in profondità a ogni livello delle nostre istituzioni e della nostra organizzazione sociale – un «razzismo strutturale», determinato a mantenersi ben saldo al potere grazie a un esercito di insospettabili servitori: tutti noi. Attraverso concetti chiave come privilegio bianco, colour-blindness e soprattutto bianchezza – intesa non come colore della pelle, ma come un’ideologia politica che si posiziona come la norma di valori e saperi, emarginando chiunque non la rispecchi – il testo esplora le manifestazioni più subdole e invisibili di una discriminazione sistemica, capace di infettare ogni piega della nostra società: l’istruzione, il lavoro, la sanità, le politiche abitative, il giornalismo, il cinema e la letteratura, gli ambienti progressisti e femministi.
Con pagine documentatissime e una prosa fulminante, Reni Eddo-Lodge ci consegna un libro-manifesto destinato a lasciare un segno, uno strumento irrinunciabile per cambiare il nostro sguardo e prendere atto della nostra responsabilità di cittadini del presente. E ci affida, al tempo stesso, una chiave per costruire il mondo di domani: un mondo più giusto, libero e consapevole, in cui libri come questo «non dovranno più essere scritti».
Reni Eddo-Lodge
Reni Eddo-Lodge, classe 1989, è una scrittrice e giornalista britannica. Ha scritto per il New York Times, The Voice, The Daily Telegraph, The Guardian, The Independent, Stylist, Inside Housing, The Pool, Dazed & Confused e New Humanist. Nel 2014 il Guardian l’ha selezionata fra le 30 persone più influenti sui digital media. Pubblicato nel 2017, Perché non parlo più di razzismo con le persone bianche è il suo primo libro.
Fra i molti riconoscimenti ricevuti ricordiamo il British Book Awards Non-Fiction Narrative Book of the Year e il Jhalak Prize. Nel 2018 ha lanciato il podcast About Race with Reni Eddo-Lodge, selezionato fra i migliori podcast dell’anno da Apple Podcasts, Spotify, Harper’s Bazaar UK, The Guardian, British GQ e Wired UK. Nel 2019 è stata selezionata da Forbes fra le 30 personalità under 30 più influenti. Attualmente è impegnata con Emma Watson nel progetto “City of Women London”, un piano per ricreare una mappa alternativa della metropolitana di Londra in cui le fermate portino i nomi di personalità femminili e queer che hanno segnato la storia della città, sulla scia di quanto già fatto a New York dall’intellettuale Rebecca Solnit e dal geografo Joshua Jelly-Schapiro, a loro volta coinvolti nel progetto. Vive a Londra.