Jevhen Samars’kyj scopre se stesso e il proprio paese, l’Ucraina, negli anni della caduta dell’Unione Sovietica, da ragazzo, prima di vedersi costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove le comodità materiali e qualche soddisfazione professionale non basteranno a farlo sentire realmente felice. Ma a determinare il suo destino è qualcosa di tanto astratto quanto concreto: la letteratura russa, con i suoi archetipi e le sue pastoie. In Una storia russa, scritto nel 2012, due anni prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, Jevhenija Kononenko riflette con l’ironia e la maestria così tipiche della sua scrittura sulla complessità di ogni identità, su un colonialismo politico e culturale ampiamente e lungamente ignorato e sulla forza della parola e delle storie. Tra scelte e fatalismo, modernità e radici, kitsch e liricità, Jevhen vaga tra Kyjiv, la provincia ucraina e il Midwest alla ricerca di se stesso e di una casa vera, scappando da Puškin e dai suoi personaggi, senza riuscire veramente a liberarsene. In che modo la letteratura ci influenza come singoli e come società, influendo sulle nostre decisioni e instradandoci a nostra insaputa? In un libro che allo stesso tempo esalta la scrittura e dissacra l’aura dei classici, Kononenko gioca con trame e citazioni, ibridandole e ricomponendole, in un viaggio tra libri, epoche e continenti che è anche un invito a esplorare la cultura ucraina e i suoi molti volti. Una storia profondamente ucraina, ironicamente a dispetto del suo titolo.
Jevhenija Kononenko
Jevhenija Kononenko è una scrittrice, poetessa e traduttrice letteraria dal francese e dall’inglese. Nata nel 1959 a Kyiv, ha studiato inizialmente matematica e meccanica, per poi dedicarsi alla filologia francese. È autrice di numerosi racconti, tradotti in molte lingue. Membro dell’Associazione degli Scrittori Ucraini, attualmente lavora come assistente di ricerca presso l’Ukrainian Center for Cultural Studies.