Dopo aver messo a nudo la difficile eredità del colonialismo, Karin Brynard affonda la lama nel passato più recente e doloroso del Sudafrica: l’apartheid. E racconta una terra dalle ferite ancora aperte, in apparenza divisa dal colore della pelle, ma soprattutto dalla lacerante mancanza di radici. Una storia di padri mancati, di un passato che bussa alla porta, in un thriller mozzafiato che tiene il lettore incollato fino all’ultima pagina.
In viaggio verso il Capo, l’ispettore Albertus Beeslaar si ritrova per caso sulla scena di un crimine: una donna bianca, moglie del facoltoso imprenditore Malan du Toit, viene assassinata nella sua villa in un ricco quartiere di Stellenbosch. Beeslaar si inoltra nei labirinti della città simbolo della cultura Afrikaner: capitale del vino e roccaforte bianca, apparentemente non toccata dalle colpe dell’apartheid, Stellenbosch nasconde molte ombre dietro le quinte degli eleganti palazzi.
A millecinquecento chilometri più a nord, il sergente Johannes Ghaap, pupillo di Beeslaar, si fa le ossa nella sterminata città baraccopoli di Soweto. Teatro di delitti e guerriglia durante la lotta di liberazione, fumosa e tentacolare, la township nera porta su di sé il marchio a fuoco di un passato di sangue e miseria. In lotta contro il tempo per salvare la vita di una donna rapita, Ghaap si ritroverà a dare la caccia a una figura leggendaria, che da anni popola i racconti del terrore dei bambini della township: uBaba, “Il Padre”, uno sciamano talmente potente e crudele da essere considerato intoccabile.
Karin Brynard
Karin Brynard ha ricevuto diversi premi letterari, tra cui il Debut Prize della University of Johannesburg e due M-Net Award. Giornalista, ha lavorato a lungo per
il settimanale Rapport come corrispondente per la politica estera. I suoi romanzi sono stati pubblicati in afrikaans, inglese, tedesco, francese, olandese e italiano. Nel 2018 le Edizioni E/O hanno pubblicato Terra di sangue. Vive a Stellenbosch.