Raggiungere la perfezione è difficile, soprattutto per chi ama troppo la vita. È dalla notte dei tempi che Milo si reincarna. La prima volta era un abitante della Valle dell'Indo, nel 2.600 a.C., l'ultima un accompagnatore turistico nelle Florida Keys ucciso da uno squalo. In mezzo ci sono state altre 9.993 vite, nel passato e nel futuro, tra beduini e rabbini, negli ashram e su altri pianeti, intervallate ogni volta dall'incontro nell'Aldilà con la morte, la ragazza da sempre sua anima gemella, molti buffi personaggi e molti gatti, prima di rituffarsi nel Mondo per capire qual è il vero scopo dell'esistenza. Se è vero che a volte le sorprese più piacevoli vengono dalle opere di genere, rimane da chiarire quale sia il genere di questo Reincarnation Blues di Michael Poore. Non la fantascienza per puristi di solito pubblicata dal suo editore americano Del Rey. Forse il fumetto (la giovane Morte dai lunghi capelli neri assomiglia molto alla Death di Neil Gaiman, o a un personaggio manga), forse l' esistenzialismo lisergico della Guida galattica per autostoppisti di Douglas Adams, o de il Vangelo secondo Biff di Christopher Moore. In America un piccolo cult, tra visionarietà e folle ironia.