«Io, in fondo nel '68 avevo 32 anni»: questa frase, semplice, ironica, conclude un'intervista del 1981 in cui Fabrizia Ramondino, scrittrice nata a Napoli nel 1936, ricostruiva il processo di scrittura del suo primo, più famoso e più bel romanzo, Althénopis . Ora i suoi interventi vengono ripubblicati in un prezioso volumetto, Modi per sopravvivere. Gli scritti politici a cura di Mirella Armiero, con una postfazione di Enrico Pugliese, nella "Piccola biblioteca morale", diretta da Goffredo Fofi per le edizioni e/o. Quella affermazione rivela tutta la freschezza del suo stile: la sua raffinata immediatezza - per osare un ossimoro - permane ancor oggi, come tratto caratteristico della scrittrice napoletana. Il libro raccoglie gli interventi principali della sua militanza politica, che animò gli anni della contestazione, culminati nel '68. (...)
Tutti i suoi articoli sono testimonianza di una coscienza civile come conferma l'ultimo, quello su "L'immondizia del mondo", pubblicato appena un mese prima della morte, avvenuta il 23 giugno del 2008, dopo un bagno in mare sulla spiaggia d'Itri, dove è sepolta. Sono testi precisi e rigorosi, teneri e sinceri come quando riconosce, pur nella sua convinta militanza a fianco del "proletariato precario" napoletano, il suo essere "diversa": «C'è una dialettica tra il partecipare ad una relazione sociale con gli altri, e - nello stesso tempo - il bisogno di staccarsene. Già questa attività dello scrivere è un momento di separazione: è un processo doloroso dello sviluppo mentale». È questo il processo che l'ha resa una delle principali scrittrici contemporanee con le sue amiche e maestre Anna Maria Ortese ed Elsa Morante, che assistette amorevolmente nei mesi prima della morte.