Come l’ordigno che alla fine esplode, questo romanzo fa sentire a ogni pagina il proprio ticchettio, sino all’ultima riga, quando, riposto il libro e a distanza di giorni, deflagra il capolavoro...
Molti conoscono la tenera storia del giovane Miloš, ferroviere in una stazioncina dell’Europa centrale, per averla vista in un film che vinse l’Oscar nel 1966. Miloš, Charlot boemo, diventa adulto tra i propri insuccessi amorosi e gli scintillanti successi del capo-manovra Hubička (che stampa timbri sulle chiappe della telegrafista), tra il ricordo del nonno che voleva fermare i tank con l’ipnosi e quella bomba, quella “cosina” che lui, Miloš, deve infilare nel treno dei nazisti.
«L’ironia praghese è un gioco apparentemente infantile, folle e stupido in senso superiore, è la battaglia contro una felicitante teoria dello stato e contro l’apparato burocratico. Naturalmente è anche coscienza della vanità di tale lotta. È l’abolizione di una soggettività che è giunta fino in fondo, è la più alta libertà possibile nel mondo senza dio».
Bohumil Hrabal
Bohumil Hrabal
Bohumil Hrabal (1914-1997) ha fatto cento mestieri: da preparatore di malto in una fabbrica di birra a imballatore di carta da macero. Come scrittore inizia con la poesia, influenzato dal surrealismo. Tra le sue numerose opere ricordiamo: Ho servito il re d’Inghilterra, La cittadina dove il tempo si è fermato, L’uragano di novembre, Un tenero barbaro, Paure totali, Sanguinose ballate e miracolose leggende, tutte pubblicate dalle nostre edizioni.