Quando Stéphane Campana viene fulminato con due scariche di pallettoni nello stomaco, si arrende e muore. Non sa se quanto gli sta accadendo ha qualcosa a che fare con la sua militanza politica nelle file degli indipendentisti corsi, con un vecchio debito d’onore o con la l’amante bambina che lo aspetta nuda al piano di sopra. Così come l’antropologo Théodore Moracchini non è sicuro se la sua dipendenza dal sesso sia una maledizione o un dono, se i fantasmi che talvolta gli appaiono in sogno siano saggi o malevoli. Nessuno discute il suo destino nella Corsica di Ferrari. Un destino che è fatale e inesorabile e non ha rispetto per i desideri di un giovane nazionalista destinato a comandare, così come non ha pietà del marocchino Khaled e di sua sorella Hayet, immigrati marocchini approdati in Corsica alla ricerca di una vita migliore. I destini si compiono senza mai chiedere il permesso, lasciandoci il dubbio che il libero arbitrio sia solo un’illusione della nostra volontà. Un romanzo corale di memoria e destino, in un crescendo di amore, morte e incredulità che ruota intorno all’ormai famoso bar di Marie-Angèle e di sua figlia Virginie, innamorata fin da bambina dell’“eroe” Stéphane Campana fino al punto di abbandonarsi, anima e corpo, ai suoi più strani desideri. Scritto con stile magistrale da Jérôme Ferrari, premio Goncourt 2012, il romanzo ha la stessa ambientazione e molti degli stessi personaggi di Sermone sulla caduta di Roma, di cui, da un punto di vista narrativo, è cronologicamente precedente.
Jérôme Ferrari
Jérôme Ferrari è nato nel 1968 a Parigi. Professore di filosofia e consulente pedagogico, ha insegnato in Algeria, in Corsica e negli Emirati Arabi Uniti. In Italia sono già stati pubblicati Dove ho lasciato l’anima (Fazi 2012) e, per Edizioni E/O, Il sermone sulla caduta di Roma (2013, vincitore del Premio Goncourt 2012), Balco Atlantico (2013), Un dio un animale (2014) e Il principio (2016).