Nuovo avvincente appuntamento con Michel Bussi, la lettura dei cui romanzi è una corsa contro il tempo per arrivare alle ultime pagine, nelle quali si svelano finalmente i misteri intorno ai quali l’autore costruisce le sue complicate trame narrative. Gli scenari cambiano sempre nei libri di Bussi e ci descrivono ogni volta ambienti naturali, sfondi, scenari a cui lo scrittore sembra appartenere con convinta adesione emotiva.
In Usciti di Senna (E/O, 2020), il titolo italiano che gioca sull’ambiguità della parola senno suona in francese Mourir sur Seine, decisamente più efficace. L’unico neo nella impeccabile e avvincente traduzione di Alberto Bracci Testasecca, veterano della resa dei numerosi romanzi di Bussi.
Siamo a Rouen, alla foce della Senna, e si sta per svolgere la più importante manifestazione che ogni cinque anni rende quel luogo una grande attrattiva internazionale: l’Armada, un incontro dei più bei velieri ancora in circolazione nei mari di tutto il pianeta. I loro equipaggi, oltre diecimila marinai, sfileranno sulla Senna nelle varie fasi che contraddistinguono questa originale manifestazione della marineria a vela.
Ma dopo un breve antefatto che precede la storia, eccoci a venticinque anni da quell’episodio, in piena euforia per l’inizio della attesa nuova edizione dell’Armada: un giovane marinaio dalla impeccabile divisa bianca, dopo un tuffo spettacolare dall’alto pennone della sua nave, la messicana Cuauthémoc, viene trovato misteriosamente ucciso; il soprannome Aquila, che portava con orgoglio, ricorre anche sulla sua schiena, nella forma di un tatuaggio, accompagnato da altri tre. A cosa alludono quei simboli di animali, forse una setta segreta?
Il commissario Paturel e i suoi collaboratori annaspano, perché presto avviene un secondo delitto: un altro marinaio viene trovato cadavere sulla riva del fiume.
Una giovane e bella giornalista, Maline, entra in gioco come cronista del quotidiano locale e avrà una parte determinante nell’indagine che si fa sempre più ingarbugliata. C’è un bellissimo capo delle relazioni esterne dell’Armada, Olivier Lavasseur, al cui fascino la seducente Maline non sa resistere; c’è un vecchio pirata, spesso ubriaco, che sa molto sulla storia della pirateria, che affascina e confonde gli investigatori; e soprattutto ci sono i delitti che si susseguono senza che se ne riesca a rintracciare una logica, mentre le forze di polizia girano a vuoto e le stesse vite di molti sono a rischio, a partire dalla troppo curiosa Maline.
Finale mozzafiato e del tutto imprevisto, pagine bellissime in cui si vedono sfilare le vele maestose dei trialberi più celebri: un omaggio speciale viene tributato dall’autore al veliero più bello del mondo, la mitica nave italiana, l’Amerigo Vespucci. Se decidete di passare un weekend di lettura e di relax, questo thriller è fortemente consigliato: ben scritto, ben costruito, ottimamente raccontato.