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Il Canto dell’Usignolo. La Saga degli Otori Libro 1 di Lian Hearn

Testata: Parla della Russia
Data: 15 maggio 2020
URL: https://parladellarussia.wordpress.com/2020/05/15/il-canto-dellusignolo-la-saga-degli-otori-libro-1-di-lian-hearn/

Il Giappone feudale. Ogni tanto ci ritorno. Stavolta quasi per caso però, devo ammetterlo. Mi sono imbattuta nella pubblicità della Edizioni e/o su Facebook di questo libro e vuoi la copertina, vuoi l’argomento, è stato facile prendermi all’amo. Ma la mia non vuol essere una lamentela, anzi. Ero alla ricerca di una nuova saga fantasy da un po’, a dir la verità, qualcosa che esulasse dai soliti elfi, maghi, nani e guerre infinite. Dopo aver letto la saga dell’Attraversaspecchi, sempre edito da e/o, che ho amato alla follia, come più o meno tutti noi di Parla della Russia, trovare qualcosa d’altro all’altezza è veramente arduo. Anche per questo l’idea di un fantasy ambientato nel Giappone feudale, intorno al XIV secolo, mi ha attirato subito. Pur non essendo un libro esattamente recente, la prima edizione in lingua originale è stata pubblicata nel 2002, ed è già stato pubblicato in Italia da Mondadori anni fa, non ne avevo mai sentito parlare.

Il Canto dell’Usignolo è un fantasy young adult che racconta la storia di Takeo, un adolescente rimasto orfano a causa del brutale massacro del suo villaggio, salvato in extremis da un uomo misterioso che lo porta con sé e letteralmente gli cambia la vita. Man mano che il racconto procede scopriamo che Takeo non è esattamente un adolescente qualunque e che l’uomo che l’ha salvato, l’ha salvato per uno scopo ben preciso. Il resto lo lascio scoprire a voi, attraverso la scrittura limpida e scorrevole di Lian Hearn. Non è un libro particolarmente complesso, il racconto è molto lineare e a dirla tutta in certi punti piuttosto telefonato, anche se trovo molto interessante il fatto che spesso narri le stesse vicende prima dalla prospettiva di Takeo e poi da quella di Kaede, l’altra protagonista femminile del libro. Questo espediente letterario permette infatti di dare non solo un quadro completo degli accadimenti, ma anche delle personalità dei vari e piuttosto interessanti personaggi che popolano questo mondo, in cui gli intrighi politici la fanno da padrone. Il fil rouge di tutto il racconto è che niente è mai ciò che sembra e quando finalmente pensiamo di aver capito un personaggio e le sue motivazioni, scopriamo di esserci sbagliati di nuovo. Al di là dell’ambientazione meravigliosa e delle descrizioni molto accurate dei costumi e delle tradizioni del Giappone feudale per cui ho un debole, non posso dire che Il Canto dell’Usignolo mi abbia entusiasmato. È comunque una lettura indiscutibilmente leggera e piacevole, soprattutto per ragazzi, e anche per questo attendo di leggere il seguito per potermi fare un’opinione più precisa di questa saga.