La copertina di Massimo Dall’Oglio accompagna una nuova edizione della Saga degli Otori, un'epopea ambientata in un Giappone feudale perlopiù immaginario e scritta da Lian Hearn (nome d'arte dell'inglese Gillian Rubinstein). Il primo romanzo della saga, Il canto dell'usignolo, presenta il giovane guerriero Takeo, mosso dalla sete di vendetta come tanti eroi dalla genesi simile, ma soprattutto imbastisce uno scenario molto suggestivo, in cui al rispetto da parte dell'autrice per le connotazioni storiche del suo racconto si sommano temi non facili ma universali come la libertà religiosa. Il tutto legato da uno stile di scrittura ipnotico, quasi poetico, ma sempre estremamente fluido, scorrevole.
Edizioni e/o pubblicherà anche gli altri due romanzi della trilogia originale degli Otori - edita una quindicina di anni fa da Mondadori in un unico volume - Le nevi dell'esilio e Lo splendore della luna. Il titolo del primo, Il canto dell'usignolo, si riferisce a... beh, chiunque sia mai stato nel Castello di Nijo a Kyoto, o abbia sentito parlare dei suoi celebri pavimenti col gimmick, lo sa...