Odore di verze marcite, di ortaggi che si cuociono sotto il bollente sole del sud Italia, dove si può morire in un campo di pomodori come Paola Clemente, che non ha retto il sole accecante di luglio e l’indifferenza del caporale di turno e si è accasciata sulla terra che lavorava nell’estate del 2015. Una storia raccontata in un lungometraggio, La giornata, diretto da Pippo Mezzapesa che si è aggiudicato il Nastro d’Argento lo scorso 2018. Partendo dai tanti docufilm che raccontano il caporalato in Italia dalle campagne emiliane a quelle dell’agropontino, dalle terre pugliesi a quelle siciliane ci si può accostare con maggiore cognizione di causa al romanzo di Caterina Emili, un giallo che non è solo di denuncia ma di orrore vero e proprio, un orrore troppe volte taciuto e troppe volte ignorato. Un orrore a cui una società civile deve dire: basta!
La scimmia e il caporale (edizioni E/O) ha al centro la sparizione di una giovane ucraina che lavora alle dipendenze di un caporale pugliese della provincia di Brindisi e di cui ne è diventata anche l’amante. Una giovane donna che qualcuno voleva morto e che alla fine viene ritrovata sotto terra in avanzato stato di decomposizione ma con dei fiori freschi nelle mani. È la breve storia triste di una ragazza che muore accerchiata da indifferenza e omertà e che forse si sarebbe potuta salvare se non avesse incontrato le persone sbagliate in una terra dove convivono da anni gli splendori delle spiagge alla moda a pochi chilometri dai campi di verdure e ortaggi dove uomini e donne vengono pagati una miseria e sfruttati da omuncoli miserrimi, il più delle volte semianalfabeti e pertanto inclini alla violenza che scaturisce molto spesso dall’ignoranza sociale.
Certo, nel romanzo dell’Emili c’è anche una trama che porta a pagine di suspense o a pagine di dolcezza emotiva, come la volontà delle amiche e colleghe della ragazza scomparsa di fare luce su questo evento, e quindi, di insistere con gli inquirenti affinché non desistano nella ricerca della verità. Ma la vera natura del romanzo è come sempre l’indifferenza sempre più acclamata verso i propri simili, specialmodo se gli stessi sono stranieri. E una società come questa non può avere un vero futuro. Bisogna cambiare rotta. Bisogna emanciparsi culturalmente ed emotivamente. Bisogna che gli invisibili vengano finalmente visti da tutti. Bisogna che ci siano più denunce e più attenzione sull’argomento, più sensibilità sociale, più libri come La scimmia e il caporale.