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La Debicke e… La donna in rosso

Autore: Patrizia Debicke
Testata: The blog around the corner
Data: 28 ottobre 2019
URL: http://theblogaroundthecorner.it/2019/10/la-debicke-e-la-donna-in-rosso/

Vienna 1920. L’Ispettore August Emmerich ha ottenuto il trasferimento per meriti speciali alla sezione Omicidi, ma è bollato dai colleghi come “storpio” per colpa della gamba ferita in guerra. Emmerich, seguito dal suo assistente Ferdinand Winter, con problemi al braccio per un incidente di qualche mese prima, è relegato dietro a una scrivania con mansioni poco più che da segretaria. I due non possono che sfogarsi con pugni stretti e mugugni perché, nonostante il loro eccellente lavoro, sono tagliati fuori dall’importante indagine che coinvolge tutta la Omicidi. Il signor Richard Fürst, stimato uomo politico locale riformista, benvoluto dal popolo, è stato assassinato e tutti i funzionari di polizia sulla piazza, eccetto loro due, sono stati messi sotto pressione. A tirarli fuori da dietro la scrivania sarà il vicecomandante delle forze di polizia Albrecht Gonka per invitarli a seguire il caso di Rita Haidrich. Rita Haidrich, bella e celebre attrice di cinema muto, ha fatto ricorso alla polizia perché ritiene che lei e tutta la mano d’opera della pellicola, attualmente in fase di lavorazione, siano minacciati da una oscura condanna che li perseguita. Probabilmente un caso inesistente, o per lo meno strano. Ma lei ha i suoi santi in paradiso e Gonka insiste. Emmerich nicchia, e infine accetterà solo in cambio di una concessione: se lui e Winter riusciranno a sbrogliare la faccenda, potranno indagare sull’omicidio del signor Fürst su cui è impegnato tutto il dipartimento. Emmerich e Winter accompagnano Rita Heidrich e proprio sulla scena, durante le riprese, dopo un nuovo rumoroso incidente, l’ispettore riuscirà a scoprire alcuni altarini” e a “bloccare la strana maledizione ”. In virtù del caloroso encomio dell’attrice otterrà finalmente l’autorizzazione a indagare con il suo assistente sull’omicidio del signor Furst. Ma hanno solo per 72 ore, perché secondo i colleghi della Omicidi il caso è già chiuso. Hanno scovato e arrestato infatti quello che ritengono l’assassino, ma secondo Emmerich le cose non sono così facili come sembrano. Intanto lui conosce personalmente il presunto colpevole e crede alla sua innocenza. E non sbaglia, perché la morte del consigliere Richard Furst potrebbe essere solo l’inizio di qualcosa di molto pericoloso… Ma non sarà una passeggiata confrontarsi contro il contorto marciume che sta dietro a un oscuro complotto e che potrebbe mettere in serio pericolo Emmerich e Winter, il suo giovane assistente… La cornice ambientale di La donna in rosso rispecchia le reali condizioni in cui viveva allora la popolazione della capitale austriaca. Con l nobiltà impoverita e la miseria dilagante, i reduci di guerra, minati nel corpo e nello spirito, si muovevano traballando tra i cumuli di rovine affiancati allo splendore di pochi e il crudele contrasto con gli abbaglianti e sfacciati ori esibiti dell’industria cinematografica in grande ascesa. Senza considerare che una sorta di perverso fanatismo cominciava a fare da padrone. Alex Beer insomma, regalandoci di nuovo la sua colta visione storica e architettonica di Vienna anni ‘20, riesce a ricreare l’atmosfera di una capitale decaduta, in bilico tra i vecchi fasti e le tragedie contemporanee, e se ne serve come fondale ma anche come protagonista della seconda indagine di Emmerich. Prima dalla Prima Guerra Mondiale Vienna vantava numerose innovazioni sia in campo artistico e architettonico che in campo sociale, culturale e scientifico, e annoverava tra i suoi cittadini Arthur Schnitzler, Sigmund Freud e grandi pittori come Klimt e Schiele. E lo squallido pensionato maschile di Meldemannstrasse 27, dove l’autrice fa alloggiare il suo protagonista, esisteva già, anzi molto più tardi divenne tristemente famoso per aver ospitato Adolf Hiteler dal 1910 al 1913. Stavolta la parte narrativa dedicata alla ricostruzione storica, più misurata rispetto a quella di “Il secondo cavaliere”, regala alla trama di La donna in rosso un miglior connubio con la parte gialla. Utili e ben calibrati i piccoli flash back che aiutano il lettore a ritrovarsi anche se non ha letto la prima avventura dell’ispettore Emmerich. La donna in rosso è un thriller intrigante con un appassionante scenario storico e un protagonista forte e, benché indebolito dalla sofferenza, allo stesso tempo profondamente umano e compassionevole. Un finale forse abbastanza prevedibile e che rimanda a certi gialli vintage, ma la trama ha sapore, buon ritmo e nel suo complesso la storia convince. La parte affetti del protagonista è una piaga aperta. Si potrà rimarginare? Chissà… Alla prossima, ispettore distrettuale capo A. Emmerich.