Berdzenišvili ci tratteggia la personalità dei suoi compagni di sventura, a ognuno di essi dedica un ritratto accurato e speciale. Per sopperire ai morsi della fame s'inventarono gare gastronomiche, per superare l'isolamento divennero amici, per combattere l'inedia intellettuale si improvvisarono inventori e insegnanti. Berdzenišvili si decise a raccontare le sue avventure di prigioniero per uno strano caso del destino: anni dopo la sua liberazione, trovandosi in pericolo di vita per una grave infezione, decise che, se si fosse salvato, avrebbe scritto un libro dove tutti coloro che avevano condiviso la sua esperienza nel Gulag sarebbero stati resi immortali dalla sua penna.