Amara Lakhous, volto per nuova narrativa italiana
Autore: Cristina Missori
Testata: Ansa Med
Data: 28 ottobre 2010
La nuova narrativa italiana ha il volto di Amara Lakhous, scrittore di origine algerina - autore del noto 'Scontro di civilta' per un ascensore a piazza Vittorio' (Edizioni E/0, 2006) - che, grazie al suo stile e all'innovazione linguistica introdotta nei suoi racconti, ha mutato il panorama della letteratura italiana. La vede cosi', Sandro Ferri, fondatore della casa editrice E/O, intervenuto ieri sera alla Biblioteca Guglielmo Marconi di Roma, in occasione della presentazione dell'ultimo romanzo di Lakhous, 'Divorzio all'islamica a viale Marconi', da qualche settimana nelle librerie italiane e gia' candidato a un grande successo. Ambientato ancora una volta a Roma dove Lakhous vive da diversi anni, nel 2005, 'Divorzio all'islamica' si svolge nel popoloso e variopinto quartiere di viale Marconi, nel XV Municipio, dove risiede la comunita' musulmana piu' numerosa della Capitale e dove lo stesso scrittore e' vissuto 4 anni, dal 2002 al 2006. I due protagonisti del racconto sono Christian - un giovane siciliano che parla perfettamente l'arabo tunisino e che viene contattato dai servizi segreti per venire infiltrato in una potenziale cellula di terroristi - e Sofia, o meglio Sufia (il suo nome in arabo), una donna di origine egiziana venuta a Roma seguendo il marito, Said, alias Felice, architetto reinventatosi pizzaiolo. Un romanzo che fa compiere al lettore un tuffo nella realta', nelle problematiche degli immigrati arabi, nei tic e nei tabu dei musulmani, e che mette a nudo la crisi profonda attraversata dalla societa' italiana e che ''rappresentano l'Italia di oggi'', come ha sottolineato il direttore della E/O, Sandro Ferri. Laureato in filosofia ad Algeri, una tesi di dottorato dedicata all'immigrazione musulmana in Italia da cui e' nata l'idea di questo romanzo, Lakhous dipinge con grande ironia situazioni e personaggi, in arabo e in italiano, trascinandosi volutamente dietro elementi e espressioni tipici di una lingua nell'altra. La versione in arabo di 'Divorzio all'islamica' e' stata pubblicata a luglio da una casa editrice di Beirut, con il titolo ''La piccola Cairo'' (al-Qahira as-saghira), dal nome del call center in cui si svolge parte del racconto). La scelta del Libano non e' casuale. "Il Libano e' il centro culturale del mondo arabo", dice ad ANSAmed Lakhous, in partenza per Algeri, dove prendera' parte al Salone del libro che ha preso il via proprio ieri e che si concludera' il 6 novembre prossimo. "E' un Paese in cui gli scrittori della sponda Sud - prosegue - trovano case editrici all'avanguardia, non soltanto piu' inclini a dare spazio ad autori controversi o spesso troppo audaci per un pubblico pudico come quello arabo. "Le case editrici libanesi - spiega lo scrittore e giornalista quarantenne - stampano libri davvero di qualita', al contrario di altri editori arabi, e hanno una rete di distribuzione molto forte". Dopo 'Scontro di civilta' per un ascensore a piazza Vittorio'', da cui e' stato tratto l'omonimo film di Isotta Toso, e 'Divorzio all'islamica', anticipa Lakhous, "il mio prossimo romanzo sara' ambientato in un'altra citta' italiana".