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NAVIGANTI DELLE TENEBRE di Carlo Mazza: incontro con l’autore

Autore: Massimo Maugeri
Testata: Letteratitudine
Data: 21 novembre 2018
URL: https://letteratitudinenews.wordpress.com/2018/11/21/naviganti-delle-tenebre-di-carlo-mazza-incontro-con-lautore/

Carlo Mazza è nato a Bari nel 1956, dove ha sempre vissuto. Ha lavorato in banca per trentotto anni e tra i suoi interessi ha coltivato anche la scrittura teatrale. Con il personaggio di Antonio Bosdaves ha pubblicato per la collezione Sabot/Age i polizieschi: Lupi di fronte al mare (Edizioni E/O 2011), incentrato sulle relazioni tra politica, finanza e sanità, finalista al Festival Mediterraneo del Giallo e del Noir 2012 e tradotto in lingua spagnola dalle Ediciones Seronda; Il cromosoma dell’orchidea (Edizioni E/O 2014), imperniato sui crimini ambientali; il racconto Valetudo, inserito nell’antologia Giochi di ruolo al Maracanà (Edizioni E/O 2016).

Nel mese di maggio 2018, sempre per la collezione Sabot/Age delle Edizioni E/O, è giunto in libreria il nuovo romanzo di Carlo Mazza, che si intitola “Naviganti delle tenebre”. Una storia ambientata a Bari, che si rivela una città compiaciuta del suo torpore, con il suo cielo sfavillante che richiama quello africano e tuttavia con i suoi anfratti e i suoi nascondigli, in definitiva con la sua duplicità, che la rende il territorio ideale per ospitare la contraddizione tra lo slancio di accoglienza verso lo straniero e la volontà di respingerlo. Ne parliamo con l’autore…

* * *

«La trama di “Naviganti delle tenebre” inizia con il rapimento di un’etiope di quarant’anni, Samira» racconta Carlo Mazza a Letteratitudine. «Il capitano Bosdaves deve ritrovare la donna e al tempo stesso risolvere il cold case che forse è la causa del sequestro: la strage di una famiglia africana asserragliata in un liceo, vittima di un attentato notturno perpetrato con una bomba incendiaria.

Circa i personaggi principali, ho voluto descrivere anche i rispettivi spaccati ambientali: l’ex ispettore di polizia Lassandro, faccendiere spregiudicato e crudele, al servizio del miglior offerente; il professor Angelillo, autorevole intellettuale impegnato sul fronte dell’integrazione razziale; l’infelice Zelda, amante e vittima di Toresedute, un paraplegico dall’indole sanguinaria.

In quanto a Bosdaves, nel corso delle investigazioni prenderanno vita i suoi consueti rovelli esistenziali, che mirano a restituire un personaggio sfaccettato e cosciente della vanità del mondo, afflitto da malinconie e languori, e tuttavia costretto dal suo mestiere e dal suo ruolo a mostrare un’esemplare compattezza esteriore.

Secondo la tradizione del noir mediterraneo, che punta a descrivere la realtà intrigando il lettore con la vicenda poliziesca, aleggia nel romanzo una domanda fondamentale, che ne ha rappresentato la principale motivazione: l’Italia è un Paese razzista? Rispondo di no, dopo avere preso le distanze dal bombardamento mediatico degli ultimi mesi nonché riflettuto sul significato ideologico del razzismo (gerarchia tra le razze o primato di una razza sull’altra). Aggiungo tuttavia che il corpo delle leggi sui migranti (come del resto la legislazione riguardante gli istituti penitenziari e gli ospedali psichiatrici, in definitiva tutti i soggetti “vulnerabili”) mostra una pericolosa ispirazione di fondo, per la quale si ritiene che il disagio sociale possa essere controllato solo con politiche di esclusione e discriminazione».