Nipponia nippon di Abe Kazushige, edito da Edizioni e/o, è la descrizione minuziosa di una mente instabile.
Il protagonista, Tōya Haruo, è un ragazzo che si è prefissato uno scopo: intrufolarsi in un’oasi protetta per donare la libertà a una copia di ibis crestati (nipponia nippon) uccidendoli.
Kazushige, seguendo le vicende di Haruo, ci presenta la sindrome dei cosiddetti hikikomori: giovani che si isolano dal mondo rinchiudendosi nella propria stanza senza uscirne mai. E il tema dell’alienazione lo si percepisce anche nella scrittura: fredda e didascalica nella parte iniziale, dedicata alla nascita dell’idea distruttiva in Haruo; calda e passionale nel momento in cui si scoprono i motivi dell’isolamento del giovane, e della messa in atto del piano che anima la sua esistenza.
Kazushige, in questo romanzo, ha il merito di rendere partecipe il lettore di una patologia simbolo di questo inizio millennio – la sindrome degli hikikomori per l’appunto – e di mostrare come il web possa trascinare i più deboli verso l’isolamento. In conclusione, Nipponia nippon è a mio avviso un libro da leggere assieme ai più giovani. Per discuterne; per capire.