Nel 2012 Massimo Carlotto presentò la nuova collezione Sabot/Age per l’editrice E/O spiegando che il genere noir può essere uno strumento utile per riuscire a leggere la realtà; la collezione è dedicata alle storie che non si raccontano più, storie di degrado della società italiana. Tra i primi due scrittori scelti per la pubblicazione ci fu Carlo Mazza col suo Lupi di fronte al mare.
Oggi Carlo Mazza ha pubblicato il suo terzo libro Naviganti delle Tenebre ambientato sempre a Bari, città meticcia e contraddittoria, dove ancora una volta il capitano Bosdaves dovrà risolvere l’ennesimo mistero: la scomparsa di una ragazza etiope, migrata in Italia nel ‘93.
L’autore è barese e la sua esigenza di realtà lo spinge ad ambientare a Bari le storie di degrado e sfruttamento di migranti costretti a prostituirsi e spacciare droga. Il racconto prosegue con stile asciutto ed essenziale, tra abissi di violenza e dolore, in una rappresentazione corale di personaggi legati tutti da avvenimenti drammatici passati.
Domina in molti il senso di colpa e il desiderio di espiazione, unitamente al sogno di fuga come soluzione per le proprie responsabilità. La fuga viene declinata in tutti i suoi aspetti, dal bisogno di fuggire in continenti altri, alla fuga da fermi che sarà la drammatica soluzione di alcuni.
Gli avvenimenti descritti rappresentano una realtà ormai troppo compromessa per far sperare in un lieto fine e lo stesso atteggiamento di sfiducia e pessimismo si riflette nell’impostazione mentale del protagonista, il capitano Bosdaves.
Scrupoloso nel suo lavoro, complice con gli amici maschi, bipolare, non sa relazionarsi però con le donne e in particolare con la moglie. Ama l’idea della famiglia ma la vive solo come luogo in cui trovare consolazione, di ritorno dal lavoro, e ricevere senza dare. Non riesce a capire quando e perché è entrato in crisi il rapporto con la moglie, non ha pazienza, capacità di ascolto o attenzione all’altra.
Il finale di questo noir fa intuire che, in assenza di accoglienza e integrazione, non ci sarà speranza né per Bari, città rappresentativa di una realtà più vasta, né per i rapporti interpersonali.
Tutti potenziali incontri-mancati come quello descritto nel capitolo quarto del Cantico dei Cantici.
Lo stesso patrono della città San Nicola, emblema di fratellanza tra popoli e di messaggio di salvezza rischia di annegare tra i flutti torbidi del mare nostrum sempre più luogo di morte.