Il superstite non ha un nome né un'età. A un certo punto non ha più nemmeno una famiglia. La moglie e la figlia fuggono in Arkansas. Il superstite si trasferisce allora nella villetta in cui si è consumato il massacro. Trascorrerà il resto della propria esistenza nel piccolo paese italiano dove ha sempre vissuto, intrappolato nell'ossessione per quel crimine. La sua unica certezza è l'allevamento di polli ereditato dal padre. Un libro potente, caratterizzato da una scrittura asciutta che ricorda quella di Albert Camus. Governi scava nella normale assurdità della vita umana.