Questa storia inizia con una cassapanca che cigola, aprendosi e dischiudendo segreti, vicende ed emozioni rilegate in quaderni bordati d’oro o in lettere vergate a mano.
È una cassapanca della memoria: l’autrice ci fa subito parte dell’espediente narrativo per raccontarci la vita di sua madre.
Così pare.
Ed in effetti Else, ebrea tedesca nata alla fine dell’Ottocento, è una donna che rifugge modelli borghesi e stereotipi femminei: è libera, vitale, adora la cultura di nicchia e i salotti della Berlino intellettuale, vive l’amore con ardore, il sesso come un gioco.
Riesce a creare una famiglia allargata in cui trovano spazio, a volte letteralmente, condividendo il medesimo luogo fisico, i suoi ex e le loro mogli o amanti, con rispettivi figli.
È una madre atipica, ha un figlio da ogni uomo che ama, è capace di ricoprirli di baci fin da adulti, di struggersi per loro ma anche di lasciarli lunghi periodi dai nonni per seguire un nuovo amore in viaggio per l’Europa.
Così pare.
Poi irrompono le guerre mondiali, la Prima e soprattutto la Seconda, in cui la bandiera del nazismo sventola abbattendo vite ancor prima che le bombe riducano gli edifici in macerie.
Ci viene raccontata la triste e nota storia della folle persecuzione contro gli ebrei, ma dal punto di vista di una donna ebrea sposata con un tedesco prima e con un bulgaro poi.
Else, prima convinta che le idee xenofobe non faranno mai presa sul colto popolo tedesco di cui si sente parte, poi, compresa la realtà, ha i soldi e le conoscenze giuste per fuggire.
Vive il dramma della guerra, i lutti la straziano, ma, nel terrore dell’epoca, è una privilegiata.
Else non è come le altre madri perché nasconde alla figlia più piccola, Angelika, un segreto: quello di essere ebrea e di vivere nel nazismo.
Eppure questa pare la storia di Else, ma non lo è.
È la storia di Angelika, che passa continuamente dalla prima alla terza persona evidenziando l’immersione nel ricordo che lotta con la presa di coscienza di adulta.
Angelika è una bambina bella, gracile, viziata, problematica, intelligente.
Diventerà donna pagina dopo pagina, conoscendo la guerra e la verità sulla vita.
La verità su Else.
Perché, in quel “TU” con cui esordisce il titolo del romanzo, c’è il percorso che vive ogni figlia femmina nello scoprire, crescendo, la madre come donna, unica e irripetibile, non corrispondente al solo ruolo genitoriale.
Angelika, grazie alla cassapanca della memoria, conosce Else, la conosce fanciulla, la conosce nella sua intimità di amante e nella progressiva metamorfosi che gli eventi storici e personali esercitano su di lei, ritrovandosi, inconsapevolmente, a ricalcarne le antiche orme della giovinezza.
Un romanzo intenso, corale, storico ed introspettivo di grande valore.
Angelika Schrobsdorff, autrice di successo, nel 2007 è stata nominata donna dell’anno dall’Associazione delle donne tedesche.
Questo libro rappresenta prima di tutto la narrazione della vita di una donna decisamente fuori dal comune, Else Kirschner.
Vivacissima e trasgressiva, nella Germania della prima metà del Novecento, Else, figlia di genitori ebrei, cresce tenendo fede a due promesse fatte a se stessa: vivere la vita fino in fondo, da protagonista, e avere un figlio da ogni uomo che ama.
Ecco allora Fritz, Hans ed Erich, mariti, compagni, amanti, padri rispettivamente di Peter, Bettina e Angelika, tre facce diverse dell’universo maschile egoista, debole e inadeguato.
Ed ecco la Prima guerra mondiale, i favolosi anni ’20 trascorsi in un frenetico girotondo di concerti, teatri e feste, gli anni ’30 e il nazismo, le leggi razziali e l’esilio in Bulgaria. In quegli anni si sperimentano tutte le possibili combinazioni nei rapporti e tutte le possibili trasgressioni.
Mille tessere di un puzzle tenute insieme da una donna prorompente, per certi aspetti quasi mitica, sicuramente memorabile.