Intrigante e ben congegnato, Non lasciare la mia mano di Michel Bussi ha un buon plot e lascia col fiato sospeso fino alle ultime battute. E anche quando sembra che si stia andando per le lunghe senza un motivo reale, l’autore alza il tiro e cambia le carte in tavola, ravvivando l’interesse del lettore.
A lettura ultimata e facendo mentalmente un rapido riepilogo, qualche imperfezione salta all’occhio e alcuni elementi su cui si era concentrata la mia attenzione nella convinzione che fossero la chiave di volta per sbrogliare la matassa si sono rilevati poco calzanti. Come nella migliore tradizione (mi riferisco alla mia esperienza personale con gialli e thriller), le tante supposizioni si sono dimostrate fallaci e quello che sembra scontato alla fine non lo è. Distratta io o bravo l’autore, fatto sta che il finale si è rivelato sbalorditivo. Sbalorditivo sì, ma non impeccabile – e un tantino teatrale per i miei gusti.
No, stavolta non deve cedere all’impulso, deve imporsi di essere paziente, non lasciare trapelare nulla, sostenere il ruolo del marito realmente colpito dalla scomparsa della moglie. Una partite difficile, ne è consapevole. Tutto si giocherà sui dettagli, su quanto sarà capace di nascondere la verità alla polizia.
Ad ogni modo, il libro cattura e tiene incollato alla pagina, merito di una scrittura senza sbavature e di un’ambientazione scenica pittura con maestria dalla penna dell’autore. Durante la caccia all’uomo, infatti, si attraversa virtualmente tutta la Réunion, l’isola francese al largo delle coste africane, percorrendo i suoi eleganti villaggi turistici, le spiagge ventose, le scogliere a picco sul mare, il fascino del vulcano in attività e la foresta circostante abitata da animali esotici. Altrettanto minuziosa e degna di nota è la descrizione della popolazione del luogo, un miscuglio tra creoli, francesi trasferitisi dalla madrepatria, cafri africani e malbar, di origini indiane.
Insomma, un libro che non racconta solo di omicidi e fughe per sfuggire alla legge, ma che è calato in un contesto che dà di per sé ottimi spunti per una lettura di evasione.
Che dire, come primo approccio con Bussi non posso che ritenermi soddisfatta. Buona lettura!