Si fermi qui, di Iain Levison, Edizioni e/o, 2017. Un capolavoro letterario, una spietata denuncia del tritacarne kafkiano degli abusi di potere, di un sistema giudiziario fallace e dell’accanimento dei media.
Un romanzo che tiene ancorato il lettore fino all'ultima riga, con un tema non banale, l'errore giudiziario e lo scambio di persona, una narrazione scorrevole e ricca di colpi di scena fanno di questo libro un noir di tutto rispetto. Letto sull'onda impulsiva (presentato su Twitter da un grande scrittore italiano, Massimo Carlotto) mi ha lasciata esterrefatta per come facilmente scorre e presenta il tema: in America piuttosto facilmente si arriva ad accusare di crimini persone che si trovano a passare nel posto sbagliato al momento sbagliato, magari la complicità di persone poco affidabili rendono le ricerche processuali ancora più difficoltose, ma anche la negligenza di certi investigatori fa la parte maggiore. Il risultato è poi scritto nelle pagine di questo bellissimo romanzo: cosa comporta il rientro in società, riguadagnare il tempo perduto dietro le sbarre e il proprio posto di lavoro diventa un'impresa ardua e stressante. Anche solo accettare che nessuno prenda decisioni al proprio posto, rende la rinascita difficoltosa. Un capolavoro letterario.
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Jeffrey Sutton è un tassista di mezz’età, single, che coltiva progetti e spera di costruirsi un futuro migliore. In un tranquillo giorno di riposo, senza alcun preavviso, viene arrestato a casa sua e accusato di aver rapito (e probabilmente ucciso) una ragazzina di dodici anni. Le prove contro di lui sono poche e deboli, eppure questo non ferma la polizia, decisa a trovare un colpevole e pronta a ignorare altre piste. Rinchiuso in una cella del braccio della morte, attende il giorno del processo con la sola compagnia di un altro detenuto, un serial killer cinico e dall’umorismo tagliente. Assistito da un avvocato incompetente, il suo destino sembra ormai segnato.
Con sguardo distaccato e insieme ironico, Jeffrey descrive le assurdità della situazione in cui si trova mentre assiste impotente alla distruzione della sua immagine pubblica e della sua vita, un pezzo alla volta.