Veit Heinichen, scrittore tedesco laureato in Economia che ha preferito lavorare nel mondo dei libri, prima come libraio, poi presso alcuni editori in giro per l’Europa, ha scritto la serie che vede come protagonista il commissario Proteo Laurenti, oltre che Trieste, la città dei venti. Ora torna con un nuovo episodio della serie dell’investigatore triestino: “La giornalaia”.
Per Veit Heinichen Trieste è, sempre, immancabilmente, Trieste e quello che accade tra le sue strade e le sue piazze, ha un suo fascino indiscutibile. In questo caso la vicenda che si dipana tra quelle strade è oltremodo complessa, misteriosa e ricca di personaggi interessanti.
Proteo Laurenti forse rincorre un fantasma; certamente rincorre i ricordi: i suoi, quelli di Tessie, la giornalaia, quelli di Lino La Rosa… in un percorso che lo conduce nella Trieste bene, quella dei circoli esclusivi, in cui non si sente del tutto a proprio agio. Proteo infatti è sì un triestino ma adottivo, proprio come Veit Heinichen, e quindi osserva la città e i suoi abitanti con l’occhio dell’estraneo, percependo molto di più di ciò che appare dietro la bora e le facciate neoclassiche, perché lui:
“Non si arrende mai. Trovati un demone in carne ed ossa, commissario”.
Diego Colombo, il gangster gentiluomo, che da anni è il fantasma e la persecuzione di Proteo, forse è tornato: troppe sono le similitudini tra il furto al Porto Vecchio e il modo di agire di Colombo. Così l’istinto spinge il Commissario a indagare in profondità, a inseguire il suo fantasma, che forse non è tale, in una caccia all’ultimo respiro, ricca di avvincenti colpi di scena e assai divertente, perché Proteo sa anche far sorridere.
“La giornalaia” racconta come le persone, anche le più insospettabili, riescano a nascondere se stesse e il loro vero modo di essere agli occhi degli altri. Una storia affascinante, soprattutto per quelle tematiche, capaci di mostrare quanto sconvolgente possa essere la vera realtà. Un noir davvero sapiente, di grande e stringente attualità.