Quando sei l’indiziato di un crimine, per scagionarti, devi avere un bravo avvocato e dimostrare la tua innocenza rendendo inattaccabile la tua difesa. La giustizia non perdona e si fonda su prove, vere o false che siano!
Il libro denuncia un fatto realmente accaduto: un tassista di nome Jeffrey Sutton viene incolpato di un rapimento di una ragazzina di 12 anni.
Quali sono le prove contro di lui?
Un’impronta digitale su una finestra.
Impronta finita lì perché il tassista voleva controllare la marca della finestra per pura curiosità dato che in passato aveva lavorato per una ditta che montava infissi. Da una prova del genere, scatta l’arresto.
Sutton viene rinchiuso in una cella nel braccio della morte, nell’attesa del processo, e in prigione fa amicizia con un serial killer dotato di un notevole sarcasmo.
La vicenda si svolge tra ironia e tristezza, il ritmo è molto buono e il lettore si lascerà facilmente coinvolgere dalle vicende che riguardano il povero tassinaro. Il personaggio è ben delineato e il racconto, trattandosi di una storia reale, è ben articolato e credibile.
Un libro da leggere e che dovrebbe far riflettere su come, a volte, il sistema giudiziario commetta degli errori incredibili distruggendo la vita delle persone nel giro di pochi giorni. Riflettete gente, riflettete!