Buongiorno lettori, il week end è volato e siamo di nuovo a lunedì. Siamo già al dieci luglio, le ferie si avvicinano! Voi siete già al mare o come me dovrete aspettare agosto? Ma smetto con le mie chiacchiere mattutine e vi lascio la recensione del libro Non lasciare la mia mano di Michel Bussi edito da Edizioni e/o, che ringrazio per la copia, 354 pagine.
Ho atteso questo libro con trepidazione dopo aver conosciuto ed adorato questo autore imbattendomi casualmente, lo scorso anno, nel suo libro Tempo assassino che ho recensito qui.
Non appena ho saputo della nuova pubblicazione ho subito deciso che lo avrei letto.
Dopo averci portato a Giverny con Ninfee nere, il suo libro d'esordio - letto e recensito qui - poi in Corsica con Tempo assassino - il libro di cui parlavo prima - con questo ultimo lavoro Bussi ci porta sell'Isola de la Reunion, un piccolo isolotto delle Antille francesi al largo del Madagascar.
Lo scenario è assolutamente particolare e, come ogni volta, l'autore sa renderlo protagonista all'interno della storia. All'inizio del libro è inoltre pubblicata una cartina stilizzata dell'isola con l'indicazione di tutti i luoghi in cui i personaggi si muoveranno - particolarità di tutti i libri dell'autore! - che da subito permette al lettore di entrare nel vivo dei luoghi e di non perdere mai il filo della storia.
La storia non è affatto banale. Martial Bellion, sua moglie Lianne e la loro figlia Sofa sono in vacanza in una struttura alberghiera dell'isola quando Lianne scompare misteriosamente. La stanza d'albergo presenta macchie di sangue, disordine e i vestiti della donna sono spariti. Se ad una prima occhiata può sembrare una fuga della donna, ad uno sguardo più attento tutto sembra portare ad un omicidio. Sospettato numero uno: il marito.
Le indagini partono subito velocemente. La comandante della gendarmeria Aja Purvi, che in quell'albergo ha non pochi ricordi legati al passato, prende in mano la situazione interrogando Martial, i dipendenti dell'albergo e chiamando in suo aiuto Christos, un investigatore non proprio indegerrimo amante dell'alcol, della marijuana e delle belle donne.
Se in un primo momento Martial sembra essere disponibile con la gendarmeria, tanto da averla chiamata proprio lui denunciando la scomparsa della moglie, ad un certo punto cambia atteggiamento e scappa con la figlia Sofa in una corsa contro il tempo in cui il lettore resta spiazzato senza capire il comportamento dell'uomo. E così sarà fino alla fine, assisteremo ad una fuga attraverso scenari totalmente diversi, passando dalla litoranea, ai boschi, alla cima del vulcano e assistendo alle scelte di Martial ma anche conoscendo i pensieri della figlia Sofa, cui spesso l'autore lascia la parola con capitoli in prima persona.
Nello scorrere delle pagine moltissimi sono i personaggi - oltre i protagonisti - che incontriamo e che si inseriscono nella storia: Imelda - una creola con cui Christos sembra avere più che un'avventura - madre di quattro figlia avuti con uomini diversi, e che grazie al suo acume per gli intrighi dovuto alla lettura di più di cento libri l'anno, soprattutto gialli - ecco, questo mi è parso un po' tirato - sarà particolarmente importarte nella trama; i coniugi Jourdain - amici dei Bellion - con un atteggiamento alquanto strano e sospetto; i dipendenti dell'albergo, che sembrano sapere più di quello che vogliono comunicarci; un certo Alex, che Martial nomina spesso; diverse donne del passato dell'uomo.
Bussi è, come sempre, un maestro nel caratterizzare i personaggi che popolano le sue storie, come è bravo ad inserire questi personaggi in un ambiente con le sue pecularietà, facendoci comprendere la società in cui si inseriscono e lo spazio in cui si muovono. In questo caso la società è particolarmente importante e interessante in quanto la mescolanza di etnie presenti sull'isola portano il lettore in un mondo fatto di leggende e di abitudini particolari. Da subito veniamo catapultati in una società assolutamente differente dalla nostra, ne osserviamo i colori, ne annusiamo i profumi, ne percorriamo le strade, osservando questa dicotomia tra gli abitanti locali ed il turismo.
Quello che ho trovato un po' sottotono rispetto ai libri precedenti è però la storia, il giallo, che mi ha tenuto meno con il fiato sospeso, nonostante la fuga su cui si basa la maggior parte delle pagine, e che mi ha soddisfatto senza però lasciarmi a bocca aperta come invece era successo con i libri precedenti. Diciamo che qui più che il giallo in se, merge tantissimo la parte sociologica.
Un libro che comunque consiglio di leggere se vi piace entrare a far parte dei luoghi di cui leggete. Io da adesso voglio visitare La Reunion, che prima non sapevo neanche esistesse!
Ma, mi raccomando, non mancate anche di recuperare i libri precedenti di questo straordinario autore.