Tempo fa ho fatto una serie di letture che parlavano di relazioni gay. Dovevo consigliare un libro, ma alla fine quello giusto non l'ho trovato o magari non l'ho cercato nel modo giusto. Forse per questo nella mia libreria è rimasto un volume che avevo acquistato e considerato inadatto al mio scopo: come mi sbagliavo! Ultimo giro al Guapa è il titolo di quel libro lasciato sullo scaffale, opera prima di Saleem Haddad, che racconta la storia di un ragazzo arabo in un paese musulmano alla ricerca della sua identità, non solo sessuale. Attraverso i suoi occhi, il lettore analizza la questione delle primavere arabe e riesce a entrare nella pelle del protagonista, grazie al fatto che il libro è scritto in prima persona, facilitando l'empatia e la comprensione. Rasa, il protagonista, vive un rapporto ambivalente con un uomo che lo ama, ma che fatica a rinunciare all'accettazione sociale. D'altro canto, Rasa stesso, più consapevole, deve fare i conti con la nonna, unica parente rimasta dopo la morte del padre e la fuga della madre, che scopre la sua omosessualità e che lo costringe, indirettamente, a ripensare al suo passato e ai progetti per il futuro.
L'autore, uomo cosmopolita, vissuto nei paesi arabi, ma anche in Canada e in Gran Bretagna, riesce a descrivere in questo libro le insensatezze orientali allo stesso modo di quelle occidentali, senza pregiudizi, ma con gli occhi di chi guarda ai sentimenti e non alla politica.
Consigliato alle persone che vogliono ragionare sull'identità sessuale e a chi è interessato a una descrizione sociologica delle primavere arabe.