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Recensione #183 - Ninfee nere di Michel Bussi

Testata: Un libro per amico
Data: 10 aprile 2017
URL: https://libroperamico.blogspot.it/2017/04/recensione-183-ninfee-nere-di-michel.html?m=0

Buongiorno lettori, ma com’è che tra una cosa e l’altra ci si ritrovi sempre al lunedì? Settimana strana questa - con i bambini a casa da giovedì - che ci porterà dritti dritti a pasqua e poi, pensando positivo, agosto è un attimo ahahahahahaha. Oggi sono qui per parlarvi di un libro che ho fortemente desiderato, si tratta di Ninfee nere di Michel Bussi edito da E/O edizioni, pag. 394

Come dicevo, ho fortemente desiderato questo libro da quando, per caso, ho letto ed adorato il libro successivo dell’autore Tempo assassino, che sul mio blog si è meritato lo scettro di miglior libro letto nel 2016, se ve la siete persi trovate la recensione qui. Con queste premesse non potevo che nutrire aspettative altissime su questa lettura. Ci troviamo davanti ad un giallo, che da subito mi affascinato per la sua costruzione narrativa intricata e misteriosa. Protagoniste tre donne – una bambina di quasi undici anni, una donna di trentasei anni e una anziana di più di ottant’anni - che l’autore ci presenta immediatamente grazie alla voce narrante lasciata proprio alla più vecchia. Devo dire che l’incipit di questo libro è assolutamente affascinante e mi ha fatto venire una voglia tremenda di continuare a leggere per capire dove si andasse a parare:

Tre donne vivevano in un paesino. La prima era cattiva, la seconda bugiarda e la terza egoista. Il paese aveva un grazioso nome da giardino: Giverny. La prima abitava in un grande mulino in riva a un ruscello, sul chemin du Roy; la seconda in una mansarda sopra la scuola, in rue Blanche-Hoschedé-Monet; la terza con la madre in una casetta di rue du Chateau-d’Eau dai muri scrostati. Neanche avevano la stessa età. Proprio per niente. La prima aveva più di ottant’anni ed era vedova. O quasi. La seconda ne aveva trentasei e non aveva mai tradito il marito. Per il momento. La terza stava per compierne undici e tutti i ragazzi della scuola erano innamorati di lei. La prima si vestiva sempre di nero, la seconda si truccava per l’amante, la terza si faceva le trecce perche sventolassero al vento.

Scenario delle vicende narrate è Giverny, una piccola cittadina francese diventata famosa perche scelta come residenza e soggetto principale del grande pittore impressionista Claude Monet. Fu proprio a Giverny, davanti allo stagno che Monert aveva fatto realizzare per se, che dipinse le centinaia di Ninfee famose in tutto il mondo. Una scelta veramente affascinante quella dell’autore che fa diventare quel luogo magico, la scena di un terribile delitto ai danni di Jérome Morval, famoso oftalmologo di Parigi e grande donnaiolo. A capo delle indagini l’ispettore Sérénac – molto esperto in pittura - e la sua squadra. La nostra anziana protagonista ci racconta dell’omicidio, delle indagini e dei protagonisti della vicenda dal suo punto di vista di osservatrice. Dalla torre del suo mulino è possibile riesce ad essere un uccellino invisibile. Per tutte le quasi quattrocento pagine Bussi ci porta in un mondo a cavallo tra la realtà e l’immaginazione perché spesso sembra proprio di essere dentro ad un quadro di Monet tanto questo pittore e le sue opere siano parte integrante dell’intero libro. I luoghi sono descritti con un estremità di particolari e dettaglio che non c’è bisogno di impegnarsi più di tanto per vedere con esattezza il luogo dell’omicidio, le strade del paese, il cortile della scuola; e lo stesso avviene per i personaggi, ognuno caratterizzati in modo preciso e dettagliato, non solo fisicamente ma anche emotivamente. Il lettore arriva alla fine del libro avendo la netta sensazione che le tre donne non abbiano più segreti per lui, pensa di averle capite quasi come se fossero persone di sua conoscenza ed e proprio a quel momento che Bussi – come bene sa fare – mischia tutte le carte in tavola e instilla il dubbio, confonde le acque.

Si arriva alla fine senza avere la percezione di quello che sarà l’epilogo, restando a bocca aperta per quanto geniale possa essere stato nel organizzare per noi un tranello tanto banale quanto incredibile.

In realtà la stessa sensazione l’avevo avuta anche leggendo il suo libro successivo: arrivata alla fine ho scoperto l’assassino e sono tornata indietro a leggere una parte che ricordavo palesemente in un modo - tanto che ero assolutamente sicura che l’assassino fosse un altro - ma che, col senno di poi, si è rivelato un tranello perfettamente riuscito.

Anche in questo caso Bussi ci prepara un inganno, ancora più corposo di quello che in realtà ha utilizzato in Tempo assassino, ma credo che in questo caso fosse proprio impossibile per il lettore immaginarlo, improbabile che anche il più attento lo scoprisse perché penso mancassero un po’ di elementi, come se l’autore abbia voluto fare un po’ il furbo tralasciando volutamente di seminare indizi. Per averne la conferma dovrei provare a rileggere il libro ora che ne conosco i risvolti... Nonostante questo e nonostante un po’ di lentezza generale dello stile rispetto a quello che poi ho trovato nel libro successivo, ritengo che Michel Bussi sia uno dei più bravi scrittori in assoluto tra quelli che mi sono capitati di leggere. Niente nei suoi libri è lasciato al caso, niente è banale, niente è inutile. Ogni singolo elemento è frutto di una intricata costruzione narrativa che si percepisce in ogni pagina ed in ogni avvenimento.

Se siete appassionati di gialli, ma anche di storie di vita, dovete lettere i suoi libri! Se poi amate Monet ed i suoi splendidi quadri allora questo è proprio il libro che fa per voi perchè vi permetterà di immergervi nell'ambiente in cui il pittore creava le sue opere d'arte.

VOTO: 4,5/5